Dopo il “totoministri” gli applausi si sono affievoliti. Normale che le lodi a Mario Draghi trovassero un duro avversario in chi avrebbe scelto, visto che i volti sono i soliti noti e che questo, in fondo, è ciò che producono le larghe intese: una maggioranza di tutti i colori, e quindi, di tutte le pecche messe assieme.
Resta da capire come e quanto Mario Draghi riuscirà a imporre il suo potere tramite i ministri scelti, due intanto sono da considerare stretti collaboratori: parliamo dei tecnici Colao e Franco, posti in due ministeri chiave come quello della Transizione Digitale e dell’Economia.
Non scetticismo, ma neanche entusiasmo da un pragmatico come Vittorio Feltri. Il direttore editoriale del quotidiano “Libero” non le ha mandate a dire ai colleghi degli altri quotidiani sulla “gara a chi faceva più lodi” (per usare un eufemismo).
Ecco la sua intervista a ‘Lavori in Corso’.

Io non amo le ipotesi, non amo i festeggiamenti prima dei fatti. Mi auguro che Draghi sia bravissimo, che riesca a sistemare gli italiani. Però fintanto che non lo fa io non riesco a mettermi qui ad applaudire soltanto perché il suo nome è importante.
Draghi è stato un ottimo bancario e un bravissimo banchiere, però un conto è fare il banchiere e un conto è dirigere un Governo che peraltro ha una maggioranza che se la guardiamo con un minimo di attenzione fa ridere. Fa ridere perché sono cani, porci, c’è tutto il contrario di tutto. Mi domando come potranno andare d’accordo e seguire Draghi nelle sue direttive sicuramente giuste.

Cambiare opinione è anche sintomo di intelligenza, però fare un’inversione a U come quella di Salvini lascia perplessi, perché non riesco a capire come possa tenere la bara dritta nei prossimi mesi uno come Salvini che, per esempio, è sempre stato contrario all’immigrazione clandestina. D’ora in poi cosa farà? Applaudirà? Perché non è che con Lamorgese cambi di molto l’andazzo.

La persona più seria fino a questo momento mi è sembrata la Meloni, la quale dice “se ci saranno provvedimenti in aula che condividiamo li approveremo e lo faremo volentieri, se invece ci saranno provvedimenti che non condividiamo rimarremo all’opposizione”. Non mi sembra un atteggiamento deprecabile.

Io non riesco a parlare male di Draghi, perché ancora non l’ho visto all’opera, ma non riesco neanche a parlarne bene. Addirittura ho assistito a una specie di gara a chi lo leccava con più intensità, cioè si è scatenata proprio una specie di corsa, e questo mi ha un po’ impressionato, perché è giustissimo avere stima di Draghi per quello che ha fatto in passato, ma adesso vediamo cosa fa nel nuovo ruolo. Dopodiché lo applaudiremo se sarà il caso“.