Larghe intese? Macché, non avevano scelta.
Questa in sintesi l’interpretazione del direttore di Libero Pietro Senaldi sul sempre più possibile nuovo Governo a trazione Mario Draghi: le consultazioni del Premier incaricato sembrano portare dalla sua parte l’ago della bilancia, ma c’è mai stata una bilancia che avete dovuto decidere il futuro di Mario Draghi?
Sembrano avverarsi in tal senso le interpretazioni di chi la scorsa settimana diceva che uno come l’ex presidente della BCE sarebbe stato chiamato da Mattarella senza possibilità di fallimento nel creare un nuovo esecutivo.
Pietro Senaldi ci ha detto di più a ‘Lavori in Corso’.
Ecco la sua intervista da Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Credo che la politica abbia capito una cosa: Mattarella nel suo discorso di martedì scorso l’ha commissariata. Ha detto semplicemente “questa è la minestra, si chiama Draghi. Chi non vuole la minestra salta dalla finestra, si va al voto e si sottopone al giudizio degli elettori”. Ha presentato quindi un piatto piuttosto vuoto.
Poi c’è stata una settimana in cui tutti hanno provato a mettere paletti: Grillo ha detto “chiederemo a Draghi il perimetro della maggioranza”, ma a me il perimetro sembra Draghi, per cui o ci stai o non ci stai.
Tutti per non andare alle elezioni si sottomettono a lui, perché noi sappiamo che se non lo fanno si sciolgono le camere. La politica ci ha quindi impiegato una settimana a capirlo: o ci stai o non ci stai, e siccome nessuno vuole andare a casa, col Parlamento che si riduce del 33%, ci stanno tutti o quasi.

Molti partiti hanno sentito secondo me che veniva meno la fiducia dei loro elettori. Noi abbiamo avuto in questo frangente partiti o in crisi o nella migliore delle ipotesi, stabili. L’unico partito che stava veramente bene è Fratelli d’Italia che infatti non entra in questa maggioranza.
I partiti penso che abbiano capito di aver bisogno della “cura Draghi” più del Paese, perché non hanno la fiducia dei loro elettori. Draghi è un enorme cappello sulla politica sotto il quale si mettono tutti per poi uscirne rigenerati tra due anni.

Salvini? Mi fiderei di quest’apertura perché comunque è un animale politico e ha capito che il suo elettorato, in maggioranza, gli chiede questo. E’ stata una svolta molto importante nella Lega, anche sostanziale, perché Salvini ha capito che il suo spazio d’azione futura non è contendersi i voti della nicchia sovranista con Fratelli d’Italia, provando a capire chi è più sovranista, ma cercare di costruire un Partito che possa essere un’alternativa istituzionale da destra a quello che è il PD a sinistra“.

Zingaretti parla di PD forte? Ribalto la cosa: partito forte, segretario forte. Secondo me lui è il segretario debole che serviva a mettere d’accordo tutti, e alla fine è riuscito anche a crearla questa gelatina“.