Le ultime interviste dell’ex magistrato Luca Palamara stanno rendendo pubblici i nomi di chi, davvero, lavora col favore delle tenebre.
Parliamo di quei magistrati e politici che, da una parte hanno contribuito a creare un sistema di potere in grado di interferire con la politica, tra i quali – per sua ammissione – anche Palamara, e dall’altra hanno accantonato chi ha provato ad opporsi, facendo scontare gravi ripercussioni sulla propria professione. A farne le spese il sistema tutto, quello democratico però.
Magistrati declassati, politici incriminati, giornalisti indagati, ma anche normali cittadini soggetti a decisioni di un organo di autogoverno, il CSM, che incide sulla vita giuridica di tutta la nazione, e che negli ultimi vent’anni è stato tutto fuorché super partes.

A rivelarlo, con la collaborazione di Palamara, un giornalista che ha fatto le spese di quello stesso sistema. Nel suo nuovo libro-intervista, il direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti ha raggruppato in 288 pagine i nomi e cognomi di chi ha appoggiato in pieno un meccanismo che non permette il susseguirsi delle normali procedure democratiche, e attraverso i propri uomini fidati posizionati in delle cariche-chiave ha messo sotto scacco tutta la magistratura.
Questo almeno secondo le dichiarazioni di Palamara, che proprio nel momento di massimo potere nel Csm è diventato il bersaglio di quello stesso sistema.
Sallusti ci ha detto di più a ‘Un Giorno Speciale’.

Il sistema è un pezzo della magistratura, cioè quella magistratura che ha scalato con successo le associazioni di categoria e poi l’organo di autogoverno, il CSM, che attraverso alleanze con una parte del mondo politico e con delle istituzioni ha gestito in modo parallelo – e non sempre trasparente – la vita giudiziaria italiana degli ultimi vent’anni: non solo all’interno della magistratura, ma con dei riflessi anche sulle inchieste e quindi anche sulla vita democratica del Paese.

Anch’io avevo fiducia nella magistratura in una delle tante cause che come direttore del Giornale ho subito, dopodiché per la prima volta da Guareschi in poi, la magistratura decise di arrestarmi salvo poi aver ottenuto la grazia dal Presidente della Repubblica dopo quaranta giorni e una sentenza di risarcimento per ingiusta detenzione da parte del tribunale dei diritti dell’uomo europeo. Quindi aver fiducia è sempre un bel sentimento, ma poi le cose non vanno sempre esattamente così.

Se dovessi riassumere in poche parole quello che è successo a Palamara diciamo che il potere del sistema viene gestito attraverso le nomine, cioè piazzare uomini che obbediscono al sistema in posti chiave dei tribunali, delle procure, della corte di cassazione ecc…
Nella magistratura esistono tre correnti, le nomine le fanno i capi-corrente. Esistono correnti come in politica, cioè una di destra, una di sinistra e una di centro. Finché Palamara, che era il capo della corrente di centro, ha gestito le nomine insieme alla sinistra è andato tutto bene. Quando nel 2017 decide ci cambiare cavallo e inizia a nominare le posizioni più rilevanti insieme alla corrente di destra, scaricando la sinistra, sono iniziati i suoi guai. Questo perché da sempre la politica giudiziaria è fatta in maniera prevalente dalla corrente di sinistra che ha occupato ‘militarmente’ tutto il sistema.

“Del sistema fa parte anche l’informazione”

L’obiettivo è quello di rompere il tabù per cui di queste cose non si può parlare. Non sarà facile perché del sistema hanno fatto parte e fanno parte dei magistrati che ancora oggi sono al vertice della magistratura italiana, così come politici che ancora oggi sono al vertice della politica e, attenzione, del sistema fa parte anche l’informazione.
Alcuni giornali sono silenti e peraltro nel libro vengono indicati da parte di Palamara: Repubblica e La Stampa non hanno pubblicato una riga da quando è uscito il libro per intenderci. Il Corriere della Sera ha fatto di malavoglia una recensione il giorno che è uscito, ma puoi raccontare le reazioni che questo ha provocato. Per esempio sabato si è inaugurato l’anno giudiziario; io faccio questo mestiere da 45 anni e vi dico che di solito il giorno dopo ci sono ampi resoconti su tutti i giornali delle cose che vengono dette dai magistrati nelle varie inaugurazioni in giro per le procure d’Italia. Sapete che quest’anno non c’era un rigo?

La nomina del vicepresidente del CSM

Ermini è stato nominato con la massima espressione del sistema Palamara, nel senso che è stato prescelto in una cena proprio da Palamara che era già indagato, poi c’erano Cosimo Ferri e Luca Lotti, politico indagato dalla Procura di Roma per un caso importante come Consip, che poi è quello che è successo alla cena dell’Hotel Champagne per scegliere il nuovo procuratore di Roma e per il quale poi è patito tutto il casino che sappiamo.
Allora che il vicepresidente del CSM, che è la più alta carica, perché il Presidente è il Capo dello Stato, sia stato eletto con il metodo Palamara e oggi ci viene a spiegare che Palamara è un poco di buono, che infanga la magistratura e che adesso va tutto bene a me sembra un po’ bizzarro.

Chi sono i “cattivi”?

Non è che ci siano esattamente dei cattivi, ci sono delle persone che dentro il sistema hanno lavorato più efficientemente di altre. Le storie più interessanti riguardano ad esempio come il sistema ha abbattuto il Governo Prodi-Mastella poi ha abbattuto un paio di volte i Governi Berlusconi, poi ha tentato di abbattere il Governo Renzi, poi ha tentato di abbattere Salvini. Queste storie vengono raccontate e documentate e sono abbastanza inquietanti.
Non c’è un cattivo, togliamo la parola “cattivo”. Però il ruolo del Quirinale nell’ottennato del Presidente Napolitano ha avuto un ruolo importante. Palamara racconta che tutte le iniziative prese dall’ANM, anche quelle di politica giudiziaria, venivano concordate col Quirinale.

E’ anche interessante vedere come quei magistrati che non si allineavano al sistema venivano fatti fuori con una velocità quasi da dittatura. De Magistris osa mandare un avviso di garanzia a Prodi e dopo quindici giorni non è più nella stessa sede. La dottoressa Forleo osa mandare un avviso di garanzia a D’Alema e Fassino e dopo una settimana è andata a occuparsi di scippi.
Ce ne sono tanti, c’è Robledo che prova a opporsi alla Procura di Bruti Liberati a Milano viene cacciato dalla magistratura: è incredibile la ferocia con cui chi non si adegua è fuori fisicamente
“.