La lista di cose da fare per questo nuovo governo ruota attorno a due concetti chiave in questo preciso momento storico: salute ed economia. E se da un lato, con la conferma del Ministro Speranza, la parte sanitaria pare proseguire in continuità con la linea adottata dal Governo precedente, sul piano economico il Paese sembra andare in contro a una brusca sterzata.

A dirlo, prima ancora del programma di governo, sarebbe secondo il Prof. Valerio Malvezzi un documento pubblicato a dicembre 2020 e redatto con la direzione proprio del nuovo Premier: Mario Draghi.

Stiamo parlando del report del Group of Thirty o G30, di cui Draghi è membro onorario, che porta il titolo di ‘Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Policy Interventions‘, cioè ‘Rilancio e ristrutturazione del settore aziendale Post-Covid – Progettazione di interventi di politica pubblica’.
Un documento che contiene le linee guida che i politici di tutto il mondo dovrebbero seguire per uscire dalla crisi scatenata dal Covid-19 secondo, appunto il G30, cioè un gruppo formato da banchieri ed esperti della finanza mondiale.

L’economista Valerio Malvezzi ha commentato per noi in diretta il contenuto di questo documento, soffermandosi su una parte che più di tutte rivela le intenzioni del nuovo Premier: quella che parla di ‘distruzione creativa‘. Secondo il Professore non ci sono dubbi: se quella è la linea che intende adottare, Mario Draghi non farà affatto il bene del paese. Ecco la sua spiegazione ai microfoni di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

“L’Italia è fatta principalmente da piccole e micro imprese, quelle al di sotto dei 10 dipendenti. Il Prof. Draghi è in un’organizzazione, il Group of Thirty, che due mesi fa, a dicembre 2020, dice che occorre fare una distruzione creativa del tessuto socio-economico. Questa cosa qua è collegata al concetto di big reset. Se una persona due mesi prima sottoscrive un documento di questo genere fa parte di una visione di politica economica che a mio parere è diametralmente opposta a quella degli interessi del mio paese.

Le parole ‘distruzione creativa del tessuto socio-economico’ sono di una violenza verbale e dubbio interpretativo tale che non sembra nemmeno che siano scritte. Basta andare sul sito del Group of Thirty e se guardate nelle pubblicazioni trovate il documento ‘Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Policy Interventions’, cioè ‘Rilancio e ristrutturazione del settore aziendale Post-Covid – Progettazione di interventi di politica pubblica’.

Per quale motivo la finanza deve occuparsi della politica? Perché un’organizzazione privata di banchieri e finanzieri deve dire una cosa del genere? Vuol dire che è la finanza che detta le regole della politica. E voi cosa ci state a fare in Parlamento?

Al paragrafo 4.1 del documento si leggono le priorità: quelli che fanno le scelte pubbliche, dice, devono ponderare tra preservare lo status quo e i lavori o incoraggiare un processo di ‘distruzione creativa’ in cui le imprese cadono consentendo a lavoratori e risorse di fluire da imprese che sono prive di successo verso quelle che hanno migliori opportunità di stare nella nuova economia.

Vi rendete conto della pesantezza di queste frasi? Parliamo di quasi 5 milioni di partite Iva, di quasi 10 milioni di lavoratori dipendenti, stiamo parlando di un pezzo di Italia che è il cuore pulsante di questo paese! Queste questioni vanno a impattare sulla sanità, sulle farmacie, sui trasporti, sull’agroalimentare… Questo documento ci dice chiaramente cosa vogliono fare a livello europeo e sul paese più importante d’Europa in questo momento: l’Italia”.