È infine giunto il giorno della fiducia per Mario Draghi. L’ex uomo di Goldman Sachs, l’euroinomane impenitente, l’uomo della BCE e delle privatizzazioni ha ottenuto un consenso davvero sorprendente: addirittura 535 voti favorevoli. Una sorta di ovazione, potremmo dire.
Ciò ben rivela come l’Italia sia felice di andare incontro con ebete euforia al proprio tragico destino di sventura.
Con Draghi, ripeto come più volte ho fatto perché occorre procedere ostinatamente contro, risalire le correnti del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto, non vince il trionfo redentivo della Patria. Al contrario, vince il trionfo finale degli agenti della privatizzazione, degli “incappucciati della finanza“, come li chiamava Federico Caffè, del nuovo ordine turboliberista sans frontière, che ora grazie a Mario Draghi potrà di fatto commissariare l’Italia.

Non è quindi la vittoria dell’Italia nel mondo, ma la vittoria del capitale cosmopolita in Italia.
Mentre tutto ciò accade dovremmo davvero comandare agli amici del PD come ci si senta a essere nipotini di Gramsci e al tempo stesso ad approvare un banchiere che sempre e solo tutelerà l’interesse dei pochi contro i più. Bisognerebbe domandare alla Lega come ci si senta, dopo aver condotto battaglie infervorate contro l’UE, contro l’euro e contro Mario Draghi, ora, a voltare completamente le insegne e ad approvare ciò che fino a ieri si combatteva.
E ancora bisognerà avere il coraggio di domandare al Movimento 5 Stelle come ci si sente a essere divenuti ciò contro cui si combatteva.

Per inciso proprio ieri il Movimento 5 Stelle ha espulso i dissidenti che hanno osato opporsi alla fiducia all’ex uomo di Goldman Sachs Mario Draghi. Ebbene sì: il passo da Rousseau a Robespierre è davvero brevissimo.

Va detto comunque che il coronavirus, in tutta questa vicenda, si è comportato da gran signore. Si è rivelato a tal punto cortese, galante e rispettoso da attendere che Mario Draghi si insediasse e ottenesse la fiducia, per tornare poi a colpire con i contagi.
Infatti come sapete, dopo una brevissima fase dell’Italia in zona gialla adesso l’Italia si accinge a tornare già nei prossimi giorni a tinte arancioni e rosso lockdown.
Prodigi della potenza di Mario Draghi, che è riuscito addirittura a contenere col suo operato e con la sua ascesa la diffusione del virus in questi giorni. Ora però prendono a svilupparsi – come è noto – le varianti: da quella napoletana a quella scozzese, da quella meneghina a quella atlantista. Quindi occorre, secondo coloro che appartengono alla tribù dei virologi vaticinanti televisivi, tornare in lockdown, anche se l’indice Rt non è poi così irregolare.

In sostanza credo che ora si attuerà il destino finale della Patria, come più volte ho detto e come lo stesso Draghi ha compendiato nel suo agghiacciante discorso in Senato, ma poi anche di fatto nel programma che ha già delineato per sommi capi e che, nemmeno a dirlo, procede saldamente in direzione ostinata a contraria rispetto all’interesse nazional-popolare delle classi lavoratrici e dei ceti medi. Insomma, diciamolo apertamente e senza infingimenti, sarà un bagno di sangue per gli italiani, per i lavoratori e per i ceti medi.
Intanto i politici, ignobilmente, sostengono che è la vittoria dell’Italia.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro