Proviamo a capire insieme cosa accade quando al Governo italiano giunge un uomo proveniente dalla banca d’affari americana Goldman Sachs.
Facciamo un passo indietro: nel 2011 due uomini provenienti dalla Goldman Sachs – Mario Monti e Mario Draghi – diventano rispettivamente Presidente del Consiglio del Governo tecnico in Italia e governatore della Banca Centrale Europea.
Tutto avviene nell’arco di due settimane (Draghi il primo novembre, Monti il 16), ma tra quelle due date si inserisce un’altra figura legata alla Goldman Sachs, ossia Lucas Papademos, che l’11 novembre 2011 diventa il Presidente del Consiglio tecnico in Grecia.

Già la tempistica lascia qualche sospetto sul legame tra i tre e la controversa banca d’affari americana.
Ma cosa avevano in comune? E che ruolo ha avuto la Goldman Sachs nei loro prestigiosi incarichi?
Monti è arrivato a capo del Governo tecnico in Italia a causa della crisi dello Spread indotta dalle grandi banche, tra cui proprio Goldman Sachs, come riportato da Milano Finanza l’11 novembre 2011 il cui link all’articolo ho riportato io stesso nel mio libro “La Matrix Europea”. Ora quel link non è più disponibile, dicono “a causa di un errore”.

La stessa Goldman Sachs aveva contribuito a truccare i conti della Grecia per permetterle di entrare nella gabbia dell’euro insieme all’allora governatore della Banca di Grecia che – guarda caso – era proprio Lucas Papademos.
Per truccare quei conti utilizzarono dei derivati, ossia strumenti finanziari che chiamano in causa anche Mario Draghi, membro di quel ristrettissimo gruppo denominato “dei Trenta” che ha redatto un report chiamato “Derivati e princìpi“. Parliamo di quello che può essere considerato il manuale d’istruzione di questi strumenti finanziari, anzi, delle vere e proprie armi finanziarie di distruzione di massa, responsabili delle varie crisi.

A denunciare pubblicamente che i conti della Grecia fossero stati truccati dalla Goldman Sachs, fu l’ex Primo Ministro Giōrgos Papandreou.
Sapete cosa accadde dopo?
Papandreou fu costretto alle dimissioni e sostituito proprio da chi aveva contribuito a truccare quei conti, ossia Papademos (che è stato anche vicepresidente della BCE).
In pratica Goldman Sachs, operando sui mercati tra crisi indotte e conti truccati, aveva piazzato nella stessa settimana tre dei suoi uomini in tre posti chiave d’Europa.

Draghi ebbe i primi rapporti con la banca d’affari americana nel 1992, offrendole su un piatto d’argento e a prezzi di saldo le aziende e le banche pubbliche italiane.
Accadde nella conferenza sulle privatizzazioni che si tenne a bordo del panfilo dei reali inglesi, il “Britannia”, tra champagne e caviale. Erano passati solo dieci giorni dalla morte di Giovanni Falcone: un momento in cui gli uomini di Stato dovevano stare a lutto.
Il tutto è documentato anche da un servizio della TV pubblica tedesca che parla di un “governo mondiale Goldman Sachs“.
Oggi prende di nuovo le redini del Governo italiano un uomo di questa banca d’affari americana. Ai posteri l’ardua sentenza.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo