Il Covid si distingue in forme lievi, moderate, severe e gravi: se preso nelle fasi che precedono quella di maggiore rischio si può curare. A dirlo è il Dottor Luigi Cavanna, uno tra i primissimi medici che già a marzo iniziò a recarsi casa per casa per curare i pazienti dal Covid.

Il suo punto di forza, che lo ha reso noto in tutto il mondo, sta proprio in questo: far sì che la malattia venga curata in tempo e con medicine che appartengono già alla prassi medica, così da salvare non solo i pazienti affetti da Covid, ma anche tutti gli altri pazienti con altre patologie. Impedire l’affollamento degli ospedali, infatti, è il primo grande passo affinché molte altre patologie che nulla hanno a che vedere con il Covid vengano individuate e curate in tempo.

In diretta social con il medico Pasquale Bacco e con il magistrato Angelo Giorgianni, il Dott. Cavanna ha lanciato proprio questo appello: “Dobbiamo fare ogni sforzo per curare precocemente a casa i malati con Covid. Le ricerche oltre a sviluppare i vaccini, lavorino anche sulla cura! Devono andare in parallelo le cose. Questi malati vanno curati fuori dall’ospedale”.

Ecco il video dell’intervento.

“Nella tragedia di marzo noi partimmo da due considerazioni: la prima, che il Covid è una malattia virale infettiva altamente contagiosa ma che ha i suoi tempi, non viene all’improvviso come un infarto o un ictus. L’altra osservazione molto pratica era che tutti i malati che arrivavano al Pronto Soccorso avevano una storia di 7-10-15 giorni di stare male a casa. Febbre, tosse, mancanza d’aria.

Da lì si decise: ma perché non proviamo a curare prima i malati? Le malattie infettive più precocemente sono curate migliori risultati si ottengono. Vale anche per la polmonite. È stato evidenziato quindi che il Covid se curato precocemente può cambiare la storia naturale e così abbiamo fatto. Io medico insieme a un infermiere abbiamo messo a punto un bagaglio molto essenziale e siamo andati a casa con i dispositivi di protezione. Così abbiamo curato diversi malati e di giorno in giorno questi malati cominciavano a stare meglio e a non venire in ospedale. Molti molti malati sono stati curati a casa.

Il 95% delle persone curate in terapia domiciliare è guarito. Questo vuol dire che il 95% delle persone che sono finite in terapia intensiva forse potevano essere salvate? Credo proprio di sì. Il Covid si distingue in forme lievi, moderate, severe e gravi. Quelle severe sono quelle in cui c’è già un’insufficienza respiratoria. Nella nostra casistica tra forme moderate, quindi quelle con broncopolmonite, e forme severe, con insufficienza respiratoria, sommate erano più del 50% e di questi pazienti curati a casa meno del 4% sono stati ricoverati e non abbiamo avuto nessuna mortalità.

Sono tante le cose che ricordo. E ricordo che più di una persona mi diceva ‘andrà come andrà, però vi ringraziamo che siete venuti a vederci’. Per me è qualcosa che mi mette in crisi perché vuol dire che dobbiamo fare ancora tanta strada. Se in una situazione del genere senti persone che dicono queste cose, c’è di che meditarci. Alcune persone si sentono completamente abbandonate.

Dobbiamo fare ogni sforzo per curare precocemente a casa i malati con Covid. Le ricerche oltre a sviluppare i vaccini, lavorino anche sulla cura! Devono andare in parallelo le cose. Questi malati vanno curati fuori dall’ospedale.