Tra zone a colori, divieti di uscita dalla propria casa, obblighi di chiusura per la maggior parte delle attività, procede l’azione del Governo in merito alla gestione dell’emergenza da covid-19. Nonostante alle crisi sanitaria ed economica, si sia sommata quella politica, non si sono fermate le disposizioni (Dpcm, decreti, ordinanze) firmate in questi giorni dal Premier Conte e dal ministro Speranza.

Prorogato fino a fine aprile lo stato di emergenza, che altrimenti sarebbe scaduto il 31 gennaio. Istituite nuove zone rosse in Lombardia, Sicilia e Provincia di Bolzano e quasi tutte zone arancioni per il resto delle regioni. Queste le ultime novità che perdureranno per almeno 15 giorni, anche se ulteriori restrizioni potrebbero essere sempre dietro l’angolo.

Di fronte all’azione governativa, c’è chi non ha mai mollato la presa e con costanza ha criticato i numerosi provvedimenti entrati in vigore. Ne è un esempio su tutti il deputato Vittorio Sgarbi, il quale ha anche intrapreso un’azione giudiziaria facendo ricorso contro i Dpcm presso la Corte Costituzionale. Ai microfoni di Francesco Vergovich, l’Onorevole Sgarbi ha espresso un suo giudizio sulla sentenza che darà la Consulta.

Questo il commento di Vittorio Sgarbi a “Un giorno speciale”.

“E’ tutto assurdo. Ci sono delle norme che nella loro intrinseca irragionevolezza indicano che è obbligatorio non rispettarle.

In marzo la Corte Costituzionale valuterà, grazie a una mia denuncia individuale – perché sono l’unico parlamentare che l’ha fatta – il ricorso per dichiarare che i decreti sono incostituzionali. Ed è molto probabile che vengano dichiarati tali. Quindi se i giudici della Corte fanno questo salta tutto a ritroso e chiunque abbia avuto una sanzione ha diritto ad essere risarcito.

Io però ho in mente in futuro di incriminare il Governo con una Norimberga perché la contraddizione dell’articolo 1 della Costituzione e l’irragionevolezza delle misure rispetto alla prudenza è qualcosa di inverosimile.

Dicono che gli ospedali hanno i posti occupati prevalentemente da persone che hanno il covid, quindi trascurando la cura di altre malattie. Tra queste, ci sono quelle traumatiche, per cui se hai uno che si rompe una gamba non sapresti dove ricoverarlo. Questo sarebbe il pretesto. Per cui se io ho in Trentino ogni giorno dieci persone che si rompono le gambe in un mese ne ho 300. Questa è una giustificazione insensata, che motiverebbe quello che altrimenti non si capisce.

Se la Corte Costituzionale valuta il merito delle singole disposizioni, esse appaiono così irragionevoli e capricciose da limitare la libertà senza alcun vantaggio per la ragione per cui tu metti una misura. Se uno ragiona si rende conto che non sono atti utili a un esito, ma sono limitazioni gratuite della libertà. Chiudere un ristorante alle 18.00 è come chiudere un ospedale alle 18.00. Perché anche se sono diverse le fattispecie, però di fatto se ci posso entrare prima perché dopo non posso?”.