Vittoria al cardiopalma, quella maturata all’Olimpico da parte della Roma ai danni dello Spezia. I liguri mettono in difficoltà i giallorossi fino alla fine, agguantando un 3-3 con l’ex verde che sarebbe stato determinante per le sort della stagione romanista. Invece così non è stato: ci ha pensato Pellegrini un minuto dopo, a coronare una prestazione personale perfetta, cambiando il destino della Roma e – forse – anche di Fonseca.

Ecco l’analisi ‘A Botta Calda’ del Presidente USSI Luigi Ferrajolo

Intanto direi che è stato un buon test per le mie coronarie, perché io ho una certa età. Detto questo sono molto contento per Fonseca e per il linciaggio che si continua a fare con quest’allenatore, ma sono contento anche per la Roma perché secondo me meritava di vincere questa partita, al di là del fatto che bisogna fare non i complimenti, di più, allo Spezia: una squadra costruita bene, messa in campo con intelligenza, che sa quello che deve fare e lo fa bene.

La Roma intanto si è mangiata 4-5 gol, e non è possibile. Non è possibile arrivare a tre metri dalla porta, tirare fuori o sbagliare passaggio ecc…
Poi ha regalato almeno due gol: sul primo ditemi come fa un portiere su un pallone così lento a toccarla appena e a non buttarlo via. E’ stato un tocchetto allucinante, come fosse mio nipote di 5 anni.

Sul terzo gol ligure inutile commentare: io penso che Smalling ci abbia mandato il fratello quest’anno, dopo il tira e molla.

Pareggiare questa partita mi sembrava un grossa ingiustizia, con quello che poi avrebbe comportato ovviamente.

Infine ci sono due cose da dire: non è una squadra che attraversa un buon momento di salute mentale (per i motivi che possiamo facilmente immaginare) però i giocatori hanno dato la dimostrazione a chi butta micce che sono con l’allenatore, e che l’allenatore è con la squadra, vista anche quella corsa finale di Fonseca.

Una vittoria che ci voleva, che è arrivata con merito e speriamo che adesso apra un periodo un po’ più tranquillo. E che magari aiuti a far pace Dzeko, che è fondamentale, e l’allenatore“.