“Tanti giornalisti non hanno fatto il loro dovere. Avrebbero dovuto essere controllori del potere, invece molti hanno riportato senza spirito critico ciò che il potere forniva loro sul piatto d’argento”. Durissima l’accusa che la giornalista e scrittrice Angela Camuso ha lanciato ai nostri microfoni riferendosi all’operato di media e informazione in Italia.

La pandemia, sostiene, si è rivelata una preoccupante occasione per “creare un immaginario collettivo tale da ottenebrare la coscienza civile”.

I motivi sono legati principalmente alla diffusione di numeri e dati che sarebbero stati manipolati al punto, spiega, di rendere la gente quasi “incapace di ragionare”.

Il suo sfogo in questa intervista di Francesco Vergovich e Fabio Duranti. Ecco cosa ha detto Angela Camuso a ‘Un giorno speciale’.

“Ci hanno rubato il futuro, hanno schiacciato il senso di libertà, hanno privato il popolo della conoscenza, che è il preludio e la premessa essenziale della libertà. Non c’è libertà senza conoscenza e purtroppo da quando è scoppiata l’epidemia sono arrivate notizie che hanno di fatto manipolato i numeri della pandemia. Hanno creato un immaginario collettivo tale da ottenebrare la coscienza civile. Siamo arrivati a un punto da non ragionare più.

Ho fatto un’analisi di quello che è stato il ruolo del mass media: purtroppo ci sono tanti miei colleghi che non hanno fatto il loro dovere. Il giornalista è il controllore dei poteri, invece molti hanno riportato senza spirito critico ciò che il potere forniva loro sul piatto d’argento. Numeri che non hanno alcun senso.

Nel nostro paese non c’è mai stato uno stato di guerra, per cui non ci sono giustificazioni per la soppressione delle libertà costituzionali”.