Un secco “no”, incassato da uno degli scienziati più prestigiosi al mondo quale Didier Raoult è un duro colpo per chi sperava e vedeva nel vaccino anti-Covid una soluzione.
E non è mica il “no” di un no-vax, quello pronunciato ai microfoni di “C-News”, notiziario francese a cui lo scienziato dell’idrossiclorochina ha rilasciato questa intervista: il virologo con un H-Index tra i più elevati al mondo si focalizza in particolare sul vaccino anti-Covid, per il quale rischi e vantaggi – spiega – sarebbero tutt’altro che verificati.
Fare come in Vietnam” sarebbe stato, per Raoult, l’approccio migliore di cura del Covid: l’importanza di andare “di casa in casa” curando chi è infetto grazie alla medicina di territorio assumerà una nuova e più importante reputazione dopo quest’intervista?

Ecco il video sottotitolato in italiano.

– Il programma che ho letto finora mi sembra da fantascienza, al momento quello che ho visto è sopratutto una forma di pubblicità, non ho visto dati scientifici, aspetto di vedere dei dati reali…

– I laboratori non hanno ancora pubblicato le linee guida?

– Quando si parla di test non si tratta di dire “se io faccio il vaccino, questo produce anticorpi”, si tratta invece di dire ‘abbiamo una popolazione esposta e, in questa popolazione esposta in condizioni naturali, ho alcune persone che rappresentano il target”. Allora cosi’ puo’ funzionare.
I vaccini, Ivi compresi quelli estremamente utilizzati come quelli per l’influenza, sappiamo che in realtà il bersaglio reagisce abbastanza male perché l’immunità va via via degradando con l’età… quindi tutti i decenni sono associati ad un abbassamento del 10% della reazione al vaccino.

– Quindi più si va avanti con l’età meno il vaccino funziona, giusto?

– In base a quello che conosciamo oggi sì. Viviamo in un mondo folle e quindi le misure che sono state prese per lottare contro questa malattia sono misure che appartengono ad un altro secolo.

– Non si tratta di disposizioni pratiche, non si tratta di una lotta quotidiana.
Ma già dire alle persone: “Non curatevi e restate a casa, non e’ nemmeno una cosa da medioevo, nemmeno Ippocrate avrebbe fatto una cosa del genere. Non diceva: ” restate a casa fino a quando morirete”… e’ una cosa folle.
A partire dal momento in cui hanno detto “ascoltate”, piuttosto che mettere in piedi una vera strategia, che puo’ impiegare molto tempo ad essere messa in atto, del tipo: facciamo i test, vediamo quelli che sono positivi, li prendiamo in carico, vediamo cos’hanno, rimandiamo poi i negativi a casa, insomma invece di attuare una vera strategia di presa in carico dei malati, abbiamo creduto che la cosa fosse possibile gestirla più a livello politico che a livello medico.

– A partire da questo momento i politici hanno creduto, dopo il momento iniziale, che ci sarebbe stata una bacchetta magica e i loro esperti, che hanno l’abitudine da 20 anni di lavorare con l’industria farmaceutica, hanno creduto che questa bacchetta magica fosse appunto l’industria farmaceutica. Ricordatevi che pochi giorni fa sono stati acquistati 2 miliardi di vaccini nonostante io dica da marzo che questo non funziona.
Solo che ora non ci sono più queste bacchette magiche, la nuova bacchetta magica sarà lottare e di lavorare per vincere la battaglia. Bisogna combattere come in Vietnam, non bisogna combattere come Napoleone III …loro hanno avuto una sconfitta e tutto e’ crollato… bisogna fare come in Vietnam: si va casa dopo casa, paziente dopo paziente, è così che possiamo superare la guerriglia, è cosi che bisogna fare.

– Al momento non ho molto rispetto per la strategia che è stata messa in atto, questo per dire che francamente alcuni colleghi hanno avuto il coraggio di insultare quello che ritengo sia la più grande star che io conosco nel mondo della lotta alle epidemie, il mio amico africano Jean-Jacques Muyembe. Nessuno ha il suo background, ha padroneggiato 3/4 epidemie di ebola, di colera…

– E cosa gli ha detto?

– Gli ho detto “ascolta… sappiamo bene che la clorochina non ha mai ucciso nessuno, noi testiamo le persone”. Vede, la strategia dei nostri paesi, e la Francia non è stato il paese peggiore da questo punto di vista, l’Inghilterra si rende conto che ad esempio ha fatto un programma di vaccinazione che è stato ripreso dall’ OMS, gli americani hanno fatto lo stesso, a fronte di valutazioni terapeutiche senza pretendere un test diagnostico, ma vi rendete conto del livello che c’è?
In Africa non fanno questo, nessuno lo fa in Africa, per fare una diagnosi fanno dei test, non includono nei test terapeutici, solo per la follia di farli, persone per le quali non si conosce la diagnosi.

Penso che se ci divertissimo a fare questo vaccino obbligatorio ci sarebbe una rivoluzione e non è il caso di farlo, penso che il presidente Macron sia riuscito a fermarlo; quindi non bisogna farlo altrimenti ci sarebbe una rivoluzione. Inoltre è una cosa che ancora non sappiamo se può essere pericolosa e come funziona e se lo si rende obbligatorio è veramente la follia.
E poi ci sono due cose da considerare nel vaccino: la protezione individuale e il rischio individuale che sono da verificare. Quando si impedisce alle persone di prendere le medicine che hanno voglia di prendere, vuol dire che esse non hanno piu’ il diritto di decidere cosa fare. Io sono liberale da questo punto di vista: se una persona decide di sottoporsi al trattamento deve essere libera di decidere di fare il vaccino, questo è diverso dall’attuare una politica da parte dello stato che dice ‘dovete farlo’.