C’erano un Capo dello Stato, un Premier e un ex Presidente del Consiglio… Potrebbe essere l’inizio di una classica barzelletta, ma in realtà è tutto vero. E’ ciò che sta accadendo in questi giorni nel panorama politico italiano con Sergio Mattarella che assiste dall’alto del Colle alle offensive e controffensive tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte.

L’apice della crisi si è toccato nella giornata di mercoledì, quando nell’aula del Senato Conte ha ottenuto una nuova maggioranza senza il sostengo di Italia Viva che si è astenuta. Non è bastato a consegnare al Paese un Governo solido, ma non è ancora detto che nei giorni che verranno le cose non possano cambiare.

Nel frattempo l’Italia è caduta nel limbo dell’instabilità politica, un momento di smarrimento che fa tornare alla mente lo stesso Paese che cantò Dante Aligheri nella sua Divina Commedia. Un accostamento tra l’Inferno descritto dal Poeta e i personaggi che stanno animando la crisi di oggi, avanzato dal giornalista Maurizio Scandurra ai microfoni di Francesco Vergovich.

Ecco il pensiero di Maurizio Scandurra a “Un giorno speciale”.

“Conte, Renzi, Mattarella: un girone dell’Inferno per ogni personaggio della crisi”

“Sarò breve, conciso e chiaro. Io penso che questo sia un momento infernale per l’Italia e vorrei paragonare ciascuna delle 3 figure chiave di queste crisi a un canto dell’Inferno dantesco.

Partiamo da Conte. Per Conte c’è il canto diciottesimo, quello dei ruffiani, di colui che si fa mendicante di un’opportunità. Una sorta di elemosiniere di Stato, che sta alla politica e al gradimento del Paese esattamente come una fidanzata che viene lasciata e respinta sta alla vita privata. Io credo che sia la situazione di Conte, che invece sta mandando a putt*** l’Italia. Non c’è niente di più degradante per un individuo di perdere quel che resta della dignità, ammesso e non concesso che uno ce l’abbia, nel mortificarsi di fronte a qualcuno che non ti sopporta. Sono d’accordo con Vittorio Sgarbi: “si dimetta e vada in Cina”. Vada dovunque purché si tolga dalle scatole.

C’è poi anche Renzi. Per Renzi penso al canto trentaduesimo, quello dei traditori. Renzi ha una funziona importante: sta alla sinistra di oggi come Bossi stava alla destra del ’94. E’ un elemento destabilizzante, ma anche un elemento dirimente e stimolante. E’ stato l’unico ad essersi accorto che questa pagliacciata di Governo non sta facendo altro che compiere il più grande misfatto della storia repubblicana. Spartirsi i fondi del Recovery Plan.

Poi penso a Mattarella. Mattarella è un democristiano, è uno che non prende posizione. Delle volte si taccia di un omertoso silenzio che, per me che sono nato a Palermo colui lui, è imbarazzante. Io capisco che a Mattarella stiano altamente sulle balle Salvini, Meloni, Berlusconi e tutti coloro che gravitano nel centrodestra. Però bisogna anche prendere atto del fatto che la Presidenza della Repubblica non è un gioco unipersonale. Bisogna prendere atto del fatto che il Paese sta dalla parte opposta a quella che piace a Mattarella. E’ una questione di verità. Di Presidenti pagliacci, tanto a Palazzo Chigi quanto al Quirinale, gli italiani ne hanno davvero piene le scatole. Per Mattarella il girone è quello degli ignavi”.

E i responsabili?

“I responsabili mi sembrano una manica di derelitti al soldo di una meretrice, pronti per dare via anche il culo. Sono dei vergognosi, sono dei bugiardi, sono quanto di più schifoso e aberrante qualsiasi persona possa tollerare”.

Conte e Papa Francesco

“Conte e Papa Francesco appartengono entrambi a quell’orizzonte di riscrittura delle regole del nuovo ordine mondiale che ovviamente trova un egual interesse tanto a Palazzo Chigi quanto al Vaticano. Li definisco dei dittatori: se uno è il dittatore della fede, l’altro è il dittatore degli italiani”.