È un momento delicato per il Paese. L’emergenza covid che non molla la presa, la crisi economica che ancora dovrà far sentire tutta la sua morsa. E adesso si è aggiunta la situazione politica instabile, dopo che il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha sfilato la sua delegazione dalla maggioranza.

Così il Governo vive questi giorni alla ricerca dei numeri per andare avanti. Già la prossima settimana potrebbero esserci delle insidiose trappole parlamentari, seminate lungo la strada di Giuseppe Conte da chi ha in mente piani diversi.

Vorrebbe un “Esecutivo più ampio, con ministri che abbiano già amministrato e un Presidente del Consiglio dallo standing di Mario Draghi”, Carlo Calenda. Il leader di Azione è stato intervistato da Luigia Luciani e Stefano Molinari sul momento politico che sta attraversando l’Italia.

Ecco l’intervento di Carlo Calenda a “Lavori in corso”.

Cosa ne sarà del Governo?

“Io penso che alla fine faranno un Governo Conte ter. Però le dico anche che tutto quello che noi stiamo vedendo, cioè i danni economici, la mortalità più forte degli altri…”

Sulla mortalità ieri ha litigato con Peter Gomez

“Io non ho litigato. Il Fatto Quotidiano ha un problema con la realtà. Non si dovrebbe chiamare ‘Il Fatto’, ma si dovrebbe chiamare ‘Il Tifo’. Perché io ho citato i dati dell’Unione europea sul tasso di letalità del virus. Lui ha detto ‘sì, ma da settembre si è abbassato’. Solo che non lo ha detto. Ha incominciato a urlare e a far vedere un giornale, non si è capito niente. Mi diceva ‘i tuoi dati sono falsi’. No, i miei dati sono giusti e anche quello che dice Gomez sono giusti, ma c’è una tendenza ad abbassare il tasso di letalità, che è il numero di morti sugli ammalati, perché facciamo più tamponi. E quindi lui implicitamente ha ammesso che prima non facevo tanti tamponi”.

Cosa si deve fare per uscirne?

“La chiave è avere al Governo persone che hanno gestito e amministrato, perché sennò non accade niente. Le persone che stanno al Governo raramente hanno gestito qualcosa. E siccome un Ministero è 5000 volte più difficile da gestire di un bar, se tu non hai gestito niente, neanche un bar, non puoi gestire qualcosa che è 5000 volte più difficile”.

Avrebbe licenziato Arcuri quindi?

“Sì, io lo avrei licenziato per molte ragioni oggettive e per una ragione che non ha a che fare con i fatti ma con il comportamento. Arcuri è una persona che invece di spiegare le cose ai cittadini, quando gli chiedono conto si arrabbia e minaccia le querele. E poi passa gran parte del suo tempo a catechizzare i cittadini su quello che devono fare. Ma non è il suo lavoro: lui deve stare zitto e fare il suo lavoro. Facesse meno prediche e lavorasse di più”.

“Renzi, cosa cacchio vuoi? Non si capisce”

“Chi ha sdoganato Conte, quando il Pd diceva no, era Renzi che era nel PD e diceva sì. Quindi ha messo Conte, ha dato l’ok a un Governo che non si sarebbe mai formato, dopo è uscito dal PD, poi ha cominciato a bombardare il Governo, poi mentre bombarda il Governo dice di Conte tutto il male possibile, poi però dice ricomponiamo tutto. E’ una roba da matti. La risposta è: cosa cacchio vuoi? Non si capisce.

Dopodiché io credo che andrebbe fatto un Governo più ampio, con ministri che abbiano già amministrato e un Presidente del Consiglio dallo standing di Mario Draghi. Draghi è una persona che sa gestire le cose.

Io non credo che qualcuno davvero possa pensare che la composizione di questo Governo, dalla Azzolina alla Catalfo allo stesso Gualtieri alla De Micheli, siano in grado di affrontare quello che abbiamo davanti. Prova ne sia che il Recovery Plan italiano è una roba ridicola, ridicola”.