Chiudere ora per non chiudere a Natale“: parole che riecheggiano più che mai nelle case degli italiani appena se ne vanno i profumi e i sapori di un cenone natalizio povero di parenti e amici.
Chi le aveva pronunciate nel mese di ottobre era la stessa persona che ora dice: chiudere ora per riaprire nel 2021. Parole che fanno male, quelle pronunciate dal Premier Conte, il quale di tanto in tanto concede una carezza “all’Italia di cui sono sempre più innamorato”, come posta sui suoi profili social.

Si dice soddisfatto Conte nel suo videomessaggio pre-natalizio. Il comportamento degli italiani ha soddisfatto il presidente del Consiglio, che dunque dovrebbe agire di conseguenza allentando le restrizioni all’inizio del nuovo anno, seguendo la linea dei contagi e delle promesse mantenute.
La minaccia di un lockdown però non sembra essere svanita: una soluzione che non piacerebbe certo a commercianti, partite Iva e privati e che non piace a Paolo Becchi.
Il filosofo e accademico non gradisce queste chiusure a singhiozzo, che ha definito senza senso a ‘Lavori in Corso’.
Ecco la sua intervista ai microfoni di Stefano Molinari

Conte aveva promesso che sarebbe andata diversamente, cioè il problema è che si è dimenticato i sacrifici che gli italiani hanno fatto per avere un Natale normale. Io non voglio un Natale diverso, voglio un Natale semplicemente normale.
Queste restrizioni non possono durare in eterno, non possiamo stare in un lockdown permanente. Questo è un colpo di Stato permanente! I diritti si bilanciano: il primato della salute non esiste.
I tedeschi hanno nella loro costituzione un primato che per loro è la vita umana, noi non abbiamo una cosa di questa natura: abbiamo dei principi che si bilanciano tra di loro. Quelli che dicono “prima la salute” dicono una ca**ata, la salute è un determinato diritto da bilanciare con altri. Vuol dire che in certi periodi il diritto alla salute può prevalere su altri, ma in un periodo circoscritto!

Qui ormai è da un anno che stiamo così, anzi, sarà sempre peggio, perché ora c’è la variante inglese, poi magari arriverà quella francese. Per quanto tempo ancora dobbiamo continuare così?
Tra l’altro le epidemie in passato ci sono sempre state, ma ci comportiamo come fosse la prima volta nella storia: stiamo agendo esattamente come si agiva in altre epoche. Non abbiamo imparato niente
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Il primo lockdown non è servito a niente: qualcuno mi dica perché dovrebbe servire il secondo!

Avevano trovato un’altra strada al lockdown dividendo l’Italia in zone differenziate in base al contagio e alla fine cosa fai? Torni al lockdown totale. Ma è assurdo! Questo ragionamento qui non sta in piedi neanche logicamente.
Andiamo avanti come se fosse la fine del mondo, ma non lo è. E’ una pandemia che non siamo riusciti a controllare, e noi non ce l’avevamo già più in estate sostanzialmente. Ma se continui a non tenere chiuse le frontiere, a non prendere tutta una serie di precauzioni poi ci torni dentro!