Neppure una laurea in fisica e un dottorato in chimica quantistica hanno impedito ad Angela Merkel di ritrovarsi davanti agli occhi una situazione molto simile a quella italiana: i Presidenti dei 16 Lander tedeschi hanno inizialmente fatto affidamento sulla farina del proprio sacco per fronteggiare l’epidemia di coronavirus.
Epidemia che in territorio teutonico ha visto una curva di mortalità nettamente inferiore a quella italiana nella prima ondata, ma che ha poi preso vigore col sopravvenire dei mesi autunnali.
Questo ha spinto la Merkel ad attuare la linea “dura” almeno fino al 10 gennaio: resta da capire, visto che le restrizioni natalizie dell’Italia dovrebbero prendere spunto proprio da quelle teutoniche, quanto effettivamente dura sia questa linea a confronto con quella italiana.
Ce lo ha spiegato il giornalista tedesco naturalizzato danese Udo Gumpel a ‘Lavori in Corso’.

Facciamo un riepilogo di quello che è successo: la Germania ha provato a fare una sorta di linea gialla per tutta la nazione, perché dopo l’estate purtroppo in tutta Europa abbiamo visto una crescita esponenziale di contagi, cioè una crescita lenta per poi esplodere.
Ora, la Germania ha una guida – la Merkel – con una laurea in fisica e un dottorato in chimica quantistica, ha già da mesi detto che la linea gialla non basta. Questo non ha dato molto frutto tra i capi delle nostre sedici regioni: ognuno ha voluto fare la sua zuppa particolare.
C’è stato un vero e proprio caos che ha disorientato anche i bravi tedeschi, perché non c’era una linea da seguire.

Questa linea gialla ha comunque più o meno bloccato la crescita esponenziale dei contagi, però comunque oggi i dati dell’infezione sono del 50% più alti rispetto a un mese e mezzo fa.
Quando anche in Germania ha cominciato a crescere il numero dei morti, cioè gli 800-900 che ci sono da tempo in Italia, c’è stata finalmente una riunione risolutiva tra la Merkel e i capi delle Regioni. Non la solita riunione che dura 18 ore con panini e contropanini, una riunione di mezz’ora in cui la Merkel ha dettato la linea e tutti d’accordo.

Lockdown tedesco: le differenze con la chiusura italiana

Per darvi un’idea, non è un lockdown italiano come quello di marzo-aprile con divieti di uscire di casa e controlli della polizia. E’ una differenza importante perché si è capito che bisogna tentare prima di arrivare al “tutti a casa”. Lo chiamerei un “arancione rafforzato”.
Le misure sono valide sino al 10 di gennaio: fino a quella data tutti i negozi sono chiusi tranne quelli essenziali, sono aperte solo le farmacie e gli alimentari. Tutta la cultura è chiusa, che è un disastro chiaramente, le fabbriche restano aperte completamente e chiudono tutte le scuole, che in realtà in questo periodo va bene perché sono state anticipate di tre giorni le chiusure nazionali e posticipate di tre giorni.

Misure economiche

Il ministro delle Finanze Schulz ha detto che ha messo a disposizione 11 miliardi per le attività chiuse in questo tipo di lockdown. Hanno fissato una legge sulla copertura del 75% del fatturato che può anche arrivare all’80%, ma su questo c’è ancora una leggera incertezza per non dire confusione.

Tempistiche degli indennizzi promessi

C’è stata una leggera polemica anche su questo per alcuni ritardi, ma diciamo che gli indennizzi di novembre sono in pagamento ora a dicembre e non ci sono più conti aperti.
Per far prima avevano inventato alcune percentuali, ma addirittura ora alcune aziende beneficiarie dicono di aver preso di più di quello che avrebbero guadagnato.
In questo i ‘crucchi’ sono i ‘crucchi
‘”.