La Juventus cresce e se poi c’è Ronaldo va da sé che il risultato è garantito.

Lo ha capito il Cagliari che ha giocato con piglio ma senza mai andare alla conclusione nella porta di Buffon per novantaquattro minuti.

Squadra reattiva e veloce di cervello quella di Pirlo, il quale ha risistemato la formazione dando fiducia a Bernardeschi, sanificato da Mancini e trovando in Arthur il centrocampista che ha dato i tempi, cucendo il gioco tra difesa e centrocampo.

Il resto ha girato a destra e a sinistra con il movimento di Cuadrado e Rabiot, oltre al lavoro di Morata che ha attirato fuori dall’area di rigore i difensori del Cagliari.

L’uno due di Ronaldo ha ovviamente risolto la questione, la prima realizzazione, potente, ha trovato sulla traiettoria Morata passivo ma nessuno dei gruppo cagliaritano ha osato protestare.

Altro ha sbagliato la Juventus, per narcisismo e errori di tiro, come Bernardeschi, Rabiot e Dybala, il quale ultimo è entrato a dieci dalla fine ma denunciando ancora un ritardo di condizione sia fisica sia mentale, limitandosi all’ordinaria amministrazione e a un passo da allenamento. Cosa che non riguarda il fenomeno Cristiano e lo stesso Kulusevski la cui forza fisica mette nei guai il pacchetto difensivo di qualunque squadra.

Importantissimo il recupero di De Ligt che ha dato sicurezza alla terza linea e si è rivisto nei minuti a chiudere anche Alex Sandro.

Insomma la Juventus torna a essere la Juventus nei suoi nomi e cognomi ma soprattutto nella fame e nella velocità, virtù che sembravano smarrite.

Incomincia ora il campionato, senza la molestia di pause inutili e pericolose.

Tony Damascelli