Se mi chiudi il negozio, mi devi dare quello che prometti”, pragmatico e lapidario come sempre Matteo Salvini, da sempre abituato a quest’approccio nel dare risposte agli italiani. Risposte economiche che a sua detta non starebbero arrivando dal Governo.
Con l’economia italiana gravemente malata in terapia intensiva, sono poche finora le certezze assicurate dall’esecutivo di Conte.

Ancora nessuna novità sui miliardi annunciati ad aprile per dare supporto alle strutture ospedaliere, mentre sulla legge di bilancio Salvini chiede al Governo ascolto e al centrodestra unione.
Questa tra tutte la ricetta che il leader della Lega auspica per far sentire la sua voce in Parlamento e riportare al centro della discussione categorie sociali che definisce “dimenticate dal Governo”.
Nel frattempo però il leader del Carroccio non sta con le mani in mano e porta avanti la sua battaglia contro la concorrenza sleale delle multinazionali tutta a svantaggio dei piccoli imprenditori, artigiani e partite Iva.
Sentite cosa ci ha detto a ‘Lavori in Corso’.

“Centrodestra unito può fare di più”

Ci sono tanti miliardi che passeranno dal Parlamento. Noi abbiamo una chiara idea di alcuni italiani dimenticati dal Governo che meritano aiuto e sostegno: partite Iva, lavoratori autonomi, agenti di commercio ecc. Le proposte se le facciamo insieme pesano di più. Per “richieste congiunte” si intende andare in Parlamento avendo più forza per portare quello che i cittadini ci chiedono.

Noi come Lega proponiamo l’azzeramento dell’Iva sui generi alimentari più diffusi. Questo costa 4 miliardi e dovremmo puntare su questo piuttosto che aumentare la Flat tax. Se lo facciamo insieme porterà a un risultato.

Errare è umano ma perseverare è diabolico: non ci hanno ascoltato su un tema come la scuola e abbiamo visto i risultati. Non ci hanno ascoltato sul tema cassa integrazione e ancora oggi ci sono migliaia di italiani che ancora non l’hanno vista perché ci sono 25 strumenti diversi. Non pretendo di aver sempre ragione su tutto, anzi… se il centro-destra unito fa 4 o 5 proposte concrete con numeri alla mano che aiutano milioni di italiani perché non ci dovrebbero ascoltare? Se ci ascoltano avremo un atteggiamento positivo, se non ci ascoltano diciamo che se ti faccio delle proposte e tu mi metti due dita negli occhi mi permetto di votare contro.

I problemi sono la salute e il lavoro. Se mi chiudi il negozi, mi fermi il taxi, mi chiudi il bar, mi devi dare quello che hai promesso. Su questo se il centrodestra viaggia diviso ognuno fa un pezzettino ma è complicato arrivare a un risultato comune, ma se ci mettiamo insieme e ognuno rinuncia a un pezzettino di suo la cosa risulta fattibile.
Io sono il più grosso e potrei dire ‘chi se ne frega’ ma così facendo non faccio un buon servizio al Paese, perché mi rendo conto che insieme abbiamo più possibilità di dare risposte.

“Concorrenza sleale al made in Italy”

Noi abbiamo raccolto il segnale di allarme di tanti artigiani, commercianti e bottegai che denunciano il fatto di non riuscire a sostenere la concorrenza sleale di queste multinazionali che fatturano in Italia, vendono in Italia spesso prodotti non italiani e una parte degli utili la pagano all’estero. Se uno fattura due miliardi in Italia ma paga le tasse altrove è chiaro che fa concorrenza sleale alle aziende italiane, quindi la mia non è una battaglia contro il progresso, contro Amazon, contro Google, contro Just Eat ecc… vorrei che fossero messi in grado di competere con pari condizioni. Ogni negozio che chiude è un problema di sicurezza, bellezza, identità.

Sono pagato per capire e parlerò col country manager di Amazon. E magari se sono bravo e fortunato mettiamo il caso che riesca a introdurre vantaggi per le aziende italiane o per i consumatori italiani. Avrei fatto bene o male?