La bellezza, a tratti sconvolgente, del Napoli ammirato questo pomeriggio contro l’Atalanta, travolta per 4-1 con le reti azzurre arrivate tutte già nel primo tempo ha molte spiegazioni.

La più importante di tutte è quella che forse dà meno nell’occhio:

si tratta dell’innesto in squadra di Tiémoué Bakayoko, francese di origine ivoriane, che ha consentito a Gattuso di completare l’asse portante della sua nuova squadra fondata tutta su giocatori africani:

  • Koulibaly
  • Bakayoko
  • Osimhen

Parafrasando il grande Pino Daniele, si può tranquillamente dire che si tratta di un Napoli… Nero a metà.

La presenza in campo di Bakayoko, fortissimamente voluto da Gattuso che lo aveva già allenato ai tempi del Milan, consente con le sue caratteristiche di poter schierare “a cuor leggero” quanti più giocatori possibili d’attacco andando a sfruttare al massimo le potenzialità offensive della squadra.

Il nuovo 4-2-3-1 del Napoli permette infatti di avere in campo in contemporanea Osimhen, Metens, Lozano, Insigne (oggi sostituito alla grande da Politano) nonché esalta il secondo centrocampista di ruolo (oggi Fabian… ma in rosa ci sono anche Zielinski e Elmas) nel giocare senza particolari obblighi di copertura.

La squadra, in questo modo, appare solidissima ma anche piena di qualità… per cui se a queste caratteristiche riuscirà ad abbinare in stagione anche la cattiveria e la concentrazione che Gattuso chiede fin da quando si è insediato, allora il Napoli potrà davvero dire la sua in campionato… certamente in ottica Champions League ma fors’anche in ottica scudetto.

Grinta e cattiveria che quest’oggi sono state presentissime sia come conseguenza del lavoro svolto nei 14 giorni di isolamento nella “bolla” di Castel Volturno (un percorso che può essere stato persino più efficace del ritiro estivo di Castel di Sangro) sia per il senso di rivalsa verso la sentenza arrivata in settimana rispetto al 3-0 a tavolino inflitto per la partita non disputata contro la Juventus.

Senso di rivalsa presente non solo perché la squadra ha ritenuto la sentenza di primo grado una profonda ingiustizia quanto – potete starne certi – perché il Napoli tutto, dal mister fino all’ultima delle riserve, lo scorso 3 ottobre era convintissimo che visto lo stato delle attuali condizioni di entrambe le squadre… avrebbe potuto (e voluto) giocare una grandissima partita anche allo Juventus Stadium… a differenza di quanto magari sarebbe capitato (o meglio… potrà capitare) nel giorno dell’eventuale rinvio.

Vittorio de Gaetano