Merita un’attenzione particolare la questione dei tamponi, soprattutto in relazione ai bambini.

Con l’emergenza sanitaria è emerso un metodo di controllo, metodo di Governo, centrato anch’esso sull’emergenza. I tamponi segnano un mutamento nelle pratiche con cui il potere ci controlla.

Accanto alla collaudata modalità di controllo sopra la pelle, grazie all’emergenza da Covid-19 il potere può ora disporre di un più radicale controllo sotto la pelle.

Pensate ai termoscanner con cui quotidianamente ci viene misurata la temperatura corporea e pensate al caso emblematico dei tamponi, con i quali continuamente viene prelevato materiale dal nostro corpo. Per verificare l’eventuale contagio, certo, ma chissà, forse anche per indagini e analisi legate al DNA come potrebbe da un giorno all’altro affiorare.

C’è un altro aspetto a proposito dei tamponi di cui parlare: le preoccupazioni crescenti che sono emerse circa l’utilizzo dei tamponi sui più giovani, sui bambini.

Il Prof. Zuccotti ha fatto emergere una serie di perplessità: si è parlato di eccessivo uso dei tamponi sui minori, anche da un punto di vista psicologico. Si fa riferimento a un abuso che talvolta avviene, tanto che gli otorini stanno già segnalando lesioni a naso e gola.

Certo è un caso estremo quello del bambino in Arabia Saudita morto perché gli si era spezzato durante le operazioni di utilizzo, ma l’allarme lanciato da alcuni medici non può essere sottovalutato. I bambini rischiano lesioni e danni psicologici, questo in sostanza l’allarme.

Perché insistere con tanta fermezza e ostinazione nel fare tamponi anche ai bambini se possono esservi peraltro delle conseguenze?

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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