Il Covid continua ad essere il grande protagonista del 2020. Dopo un periodo di allentamenti delle misure di prevenzione, adesso il Governo torna a imporre nuove regole più severe, con l’ombra del lockdown sempre presente sull’Italia.

Il grande dibattito sul Coronavirus e poi un dibattito strettamente legato a quello della libertà: fino a che punto la limitazione dei diritti costituzionalmente garantiti è tollerabile per contrastare un virus?

Di questo tema abbiamo parlato in diretta a ‘Lavori in Corso’ con il filosofo Diego Fusaro. Ecco la sua opinione sul dilemma della scelta tra libertà e salute.

“Non potrò partecipare alla manifestazione perché sarò impegnato per un convegno, ma do il mio pieno appoggio alla Marcia della Liberazione.

Innanzitutto un grande tema è la liberazione dal liberismo. È una manifestazione socialista e democratica, per un ritorno a una piena sovranità.

La narrazione è sempre centrata sullo scenario del peggior caso possibile, per cui deve sempre propendere per la versione peggiore tra quelle disponibili. L’emergenza è un preciso metodo di Governo che crea una razionalità politica centrata sull’autoritarismo e una sorta di sospensione di libertà e diritti giustificata dall’emergenza.

Stiamo vivendo una ristrutturazione autoritaria dei rapporti di forza su scala planetaria. Ma noi possiamo davvero mettere in congedo la democrazia e la libertà per un virus? Siamo davvero certi che una pandemia valga a mettere in discussione la libertà e la democrazia? Io penso di no.

Io conto almeno 9 punti della nostra Costituzione che sono stati violati con il lockdown: io credo che non ci sia nessun virus al mondo che valga a mettere in discussione questi principi. Ritengono che la libertà valga più della salute. Se mi chiedessero di scegliere tra stare tutta la vita in casa senza ammalarmi e uscire di casa rischiando di ammalarmi sceglierei la seconda”.


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