Didattica a distanza: cosa ne pensano i docenti? È efficace? Quanti studenti sono stati raggiunti? La FLC CGIL in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Di Vittorio, l’Università La Sapienza di Roma e l’Università degli studi di Teramo, ha condotto un’inchiesta sulla didattica a distanza per valutarne i pro e i contro in base al giudizio dei docenti che in questi mesi hanno dovuto praticarla.

Ciò che è emerso dall’indagine non sembra essere incoraggiante. Tante le difficoltà, gran parte dovute ai limiti di una tecnologia talvolta limitata, altre totalmente assente.

Stefano Molinari e Luigia Luciani ne hanno parlato con Emanuele Toscano, sociologo e docente che ha partecipato all’indagine. Ecco cosa ha detto a ‘Lavori in corso’.

Didattica a distanza: funziona? ► I dati sull’efficacia della DAD durante il lockdown

“La didattica a distanza presenta delle problematiche che sono relative alla condizione di lavoro degli insegnanti. Quello che emerge è una questione relativa alla conciliazione dei tempi e degli spazi di vita e di lavoro durante il lockdown, ma soprattutto una questione di disuguaglianza che la didattica mette sul piatto. In particolare verso gli studenti raggiunti. Su tutto il territorio nazionale è interessante vedere che solo un terzo di questi è riuscita a raggiungere tutti gli studenti della sua classe. Il 70% li ha raggiunti quasi tutti, ma una piccola ma consistente parte ha avuto difficoltà.

La questione relativa al digital divide soprattutto nel mezzogiorno e nelle isole, dove si ha difficoltà ad avere una connessione stabile. E’ perciò uno strumento che affianca la didattica in presenza ma non la può sostituire. C’è una questione che prescinde dal covid che è la disponibilità di strutture scolastiche e la qualità delle stesse”.


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