Il Milan torna in Europa, forse quella che non le compete. Palmares alla mano meriterebbe di giocare nella coppa europea più importante, la Champions. Visto il gioco espresso questa sera, invece, potrebbe stentare anche nei prossimi impegni. Sta di fatto che entra nella fase a gironi dell’Europa League dalla porta opposta del continente, rispetto a quella che varcò nel dicembre del 2018 uscendo dalla competizione. In quell’occasione eravamo nel Pireo greco, in casa dell’Olympiakos. Questa sera l’ingresso arriva dall’estremo ovest dell’Europa: siamo a Rio Ave, dove acqua e vento la fanno da padrone. Tanto da condizionare pure il match all’interno del piccolo stadio “Dos Arcos” di Vila do Conde.

Almeno per tutto il primo tempo, statico e bloccato sullo 0-0 con poche azioni degne di nota da ambe le parti. I rossoneri avrebbero un gap tecnico ed economico tale da avere il passaggio di turno in mano. Bisognerebbe solo stringere il pugno e dominare i portoghesi. Invece il Milan molla a tratti la presa e dopo il momentaneo vantaggio firmato da Saelemaekers si fa colpire dal Rio Ave con Geraldes (secondo tempo) e Gelson Dala (primo tempo supplementare). Soltanto una serie estenuante di rigori, terminata con il rocambolesco risultato di 10 a 11, salva Pioli&Co dalla sconfitta che avrebbe segnato l’intera stagione.

La stagione del Diavolo sarebbe diventata di colpo infernale. Invece con questa vittoria il Milan può continuare la sua lunga corsa verso l’alto. Già domani Massara e Maldini si troveranno a disposizione 15 milioni di entrate, derivanti proprio dal passaggio del turno. Soldi da poter spendere subito per migliorare le lacune dalla difesa all’attacco, manifestate anche questa sera.

Nemmeno il tempo di defaticare che il Milan conoscerà domani alle 13.00 i suoi avversari ai gironi, nonostante l’infinito protrarsi dei calci di rigore abbia fatto temere il posticipo dei sorteggi… Servirà un’altra squadra, rispetto a quella scesa in campo contro il modesto Rio Ave, per sognare in grande in Italia come in Europa. Lì, habitat naturale di un Milan vincente.

Pierluigi Lantieri