Ieri a Paliano, duemila persone sono scese nelle strade per rendere omaggio a Willy Monteiro Duarte, con una commovente fiaccolata. Anche i genitori e la sorella minore, chiusi in casa nel silenzio e nel dolore dal momento della tragedia, hanno partecipato per abbracciare la comunità. Ieri è stato però anche il giorno dell’autopsia, che ha appurato la violenza dietro l’omicidio del ragazzo.

Domenico Marzi, difensore della famiglia di Willy, è intervenuto a Lavori in Corso esprimendo la sua posizione, soprattutto sul possibile movente razziale. Si è detto certo della violenza reiterata sul corpo di Willy, violenza causata, nelle menti malate di certe persone, da una degenerazione dell’io.

“Questa è stata una violenza perpetrata, reiterata con colpi da uccidere, la difesa non può nascondere la violenza e la colpevolezza di chi ha fatto atti di questo tipo. L’autopsia, accertamento che non può essere discusso, dice che ci sono stati colpi violenti. Che si possa attribuire la colpa a uno o all’altro è discutibile. Io attendo molto serenamente la chiusura delle indagini della stazione dei Carabinieri di Colleferro, subito puntuali con la custodia che ha evitato l’inquinamento delle prove.

Io mi auguro che questa ondata emotiva in tutto il paese si consolidi perché questi episodi esecrabili si stanno avendo e reiterando spesso. Anche in questa zona di Frosinone, qualche anno fa ci fu il caso di Alatri. Cosa c’è da fare? Vanno fatte considerazioni sociali oltre il processo; quando leggiamo certe cose ci poniamo l’interrogativo per evitarle. I social sono stata una distruzione del nostro paese. Io ho fatto il sindaco a Frosinone per pochi anni, ho detto di smettere di fare politica quando sono arrivati i social; con i social tutti vogliono diventare protagonisti in modo delirante, le persone sane queste cose le vedono e si divertono, ma poi ci sono quelli che vivono ai limiti dell’equilibrio. Le arti marziali sono belle, ma invece di prendersela con uno inerme dovevano prendersela con quelli che hanno il livello dei maestri di arti marziali, sono stati dei vigliacchi penosi. Uno dei rischi della modifica del capo di imputazione è che possa essere escluso qualcuno dall’omicidio volontario. Quella del preterintenzionale mi sembra una mossa calzante, intelligente, prudente. Andando verso una severa condanna del responsabile. Questo mi interessa, poi se appureranno l’omicidio volontario starà al processo.

Penso che l’ondata emotiva successiva alla morte di Willy abbia un profilo di solidarietà positivissimo che può evitare che certe cose accadano in futuro. Il movente razziale? Può essere che nella mente malata sia scattato qualcosa per una violenza ulteriore, ma partire dal razzismo è sbagliato, dobbiamo partire da una degenerazione sociale, una degenerazione dell’io. Se poi il fatto si dipinge di un colore politico c’è il rischio anche che ci si divida come un tifoso di una parte o dall’altro. Io il razzismo non lo riesco a individuare”.

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