Tra pochi giorni le elezioni regionali, tra qualche mese la sfida elettorale sulla Capitale. I partiti si stanno preparando a questi due appuntamenti importantissimi con nomi e proposte, promesse e coalizioni. A Roma rimane ancora solo il grande nome della Raggi, con la destra e la sinistra nascosti ma attenti a dare alla città candidati all’altezza e vincenti.

Massimiliano Smeriglio, eurodeputato del Pd, ha parlato a Lavori in Corso proprio delle mosse del Partito Democratico sulle elezioni romane. Convinto del fallimento della Raggi in questi 4 anni, ha spiegato i passi che il Pd farà per dare un nome al suo candidato. Ha fatto un appello anche all’unità e alla responsabilità per il bene di Roma.

“Io penso che dobbiamo essere seri, noi del Pd siamo all’opposizione della giunta Raggi perché non condividiamo certi punti e diamo un giudizio negativo che io condivido su questi 4 anni che hanno peggiorato le condizione manutentive della città e non hanno portato avanti una missione e una visione internazionale di Roma.
Quindi il giudizio di merito è negativo e abbiamo la responsabilità, l’obbligo e la voglia di fare un percorso di coalizione che sia in grado di sfidare la Raggi e soprattutto la destra che a Roma ha una sua storia, è radicata e farà la sua partita.

Quello che succederà tra pochi giorni con le regionali disegnerà uno scenario politico nuovo ed è normale che ci saranno altri candidati. Il Pd costruirà la coalizione e cercherà tramite le primarie un nome. La Raggi certo ha accelerato, anche per ragioni interne al suo movimento, un movimento simpatico e non proprio democratico.
Noi con loro ci governiamo, e sono stato tra i fautori dell’alleanza nazionale con loro, perché abbiamo chiaro l’assetto della destra, estrema e molto identitaria. E c’era il bisogno di metterci insieme contro Salvini.

Penso che il consenso intorno alla Raggi sia limitato, in termini sportivi è sempre podio, ma bronzo. Io ho fatto un appello perché in queste condizioni c’è bisogno di un patto tra le parti per lavorare insieme e seriamente su alcuni punti strutturali per Roma. Abbiamo bisogno di fare squadra sulle questioni fondamentali, i soldi e i poteri. Roma vive una grande difficoltà da 12 anni, cioè sotto sindaci di colori politici diversi, e sarebbe importante fare una campagna elettorale sull’oggi e non sul passato. Sarebbe giusto per la città e per chi la ama e si candida.

Se sceglierei un nome politico? Bisogna dare fiducia alla classe dirigente, senza trovare un uomo o una donna del destino. Serve una squadra larga, dando fiducia a chi ha militato e a chi con le primarie dovrà essere scelto dal popolo. C’è da spalare melma, stare sul campo tutti i giorni; penso che il nome sarà politico tramite primarie. Ben venga anche Tobia Zevi che ha fatto un bel percorso. Sassoli sta difendendo il nostro paese a Bruxelles, perché deve fare il sindaco qui?”.

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