Nella guerra tra Usa e Cina assistiamo all’insostenibile leggerezza dell’Italia. Permettetemi di elencare in maniera cronologica tutti gli eventi che mettono in evidenza l’inaccettabile e dannoso doppio gioco del nostro governo. Partiamo dal 21 marzo 2019 quando arriva il presidente cinese a Roma, accolto da Di Maio e Conte per firmare due giorni dopo il memorandum sulla Via della Seta, andando contro qualsiasi raccomandazione e monito da parte degli americani.

Pensate che l’Italia è il primo e unico paese a firmare quel memorandum con la Cina; per capire come l’abbiano presa gli americani abbiamo due fonti: quella di un consigliere di Trump che dichiarerà pubblicamente “L’Italia non si permetta di legittimare la Via della Seta”; segue un articolo durissimo del Washington Post che ribadisce che con la firma di quell’accordo, il governo gialloverde rompe le righe con il paese più potente dell’occidente, sfidando gli auspici dell’amministrazione Trump. Prima della firma di quel memorandum, Giorgetti era stato convocato in America per rassicurare gli Usa circa la fedeltà atlantica del governo.

“L’ambasciatore piomba da Giorgetti ad agosto; poi ci sarà la crisi di governo”

Il 22 maggio 2019 sempre Giorgetti è ospite a Milano della Camera di Commercio americana in Italia, con l’ambasciatore italiano a Washington e l’ambasciatore americano a Roma Eisenberg che non perde occasioni per fargli una sorta di tirata di orecchie per le ambiguità del governo gialloverde in ambito geopolitico e e per quelle che lo stesso ambasciatore ha definito “Gravi sbandamenti del governo dal punto di vista diplomatico”. Anche Di Maio viene convocato dall’ambasciatore americano a porte chiuse; entrambi però, sia Giorgetti che Di Maio pare abbiano assicurato all’ambasciatore che verrà portato avanti il decreto del Golden Power, quello che permette al governo di essere decisore d’ultima istanza su chi affidare le reti strategiche, un decreto che di fatto viene definito anti-Huawei. Tutto sembra andare nel verso giusto quando all’improvviso i 5 Stelle decidono di minacciare di affossare il Golden Power, cioè di non convertirlo prima della scadenza. L’ambasciatore di Trump piomba direttamente nell’ufficio di Giorgetti, siamo ad agosto 2019, poche settimane dopo ci sarà la crisi di governo, qualcuno dice a causa del mojito bevuto da Salvini, ma chi vuol capire le reali motivazioni ora ha altri elementi per farlo.

Nasce così il Conte 2, lo stesso Conte vola da Trump e qual è secondo voi il primissimo e inaspettato atto del governo Conte bis? Lo leggiamo su Repubblica del 5 settembre 2019 che titola: “5G, il Conte bis riparte col Golden Power“. In pratica i 5 stelle che avevano inizialmente appoggiato questo decreto, sono gli stessi che avevano poi minacciato di farlo decadere e sono gli stessi che in un altro governo decidono di correre a ripescarlo prima che scada. Arriva così il tweet di endorsement per Conte da parte di Trump, che poi chiederà di tener fuori ad ogni costo Huawei dalle reti 5G, altrimenti si rischia di mettere in discussione o di interrompere i rapporti di Intelligence tra i paesi Nato.

Tra una settimana arriva Pompeo per chiudere la questione

Ma ancora una volta, il ministro Patuanelli, sempre dei 5 Stelle, decide di dichiarare che Huawei ha prezzi e tecnologie migliori e quindi il governo non intende chiudere al colosso cinese. Lo stesso Conte smentisce Trump che aveva dichiarato che l’Italia avrebbe sicuramente chiuso a Huawei. La settimana prossima arriva a Roma il Segretario di Stato Mike Pompeo per chiudere definitivamente e questa vicenda delle reti 5G e vorrà una sola risposta definitiva e precisa senza più ambiguità. Allora faccio la mia previsione: preparate un nuovo mojito.

La Matrix Europea con Francesco Amodeo


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