Ho letto delle critiche sui social in cui mi si dice di essere populista, triviale, volgare… Ci si riferisce al fatto che io a volte uso delle parolacce. Oggi pomeriggio alle 14:30 farò una diretta Facebook in cui spiegherò perché sono populista, triviale e volgare, alle volte.

In queste ultime giornate di agosto sento parlare di legge elettorale, referendum… Mi sembra di vivere in un mondo assurdo. Confindustria dice che sono a rischio un milione di posti di lavoro e questi parlano di tagliare ipocritamente il numero dei parlamentari.

È ipocrisia, è non vedere la realtà.

Voglio leggere qualche dato: secondo Cerved vanno in default, falliscono, il 10% delle aziende italiane; un altro 26% è a rischio. Secondo la CGIA Mestre il 40% delle micro imprese è a rischio chiusura, parliamo di 1,5 milioni di addetti. Un’altra fonte? L’Istat: secondo l’Istat il 38% delle imprese italiane è a rischio default entro i prossimi 12 mesi, complessivamente 3,6 milioni di lavoratori non lo sanno ma sono a rischio.

Di fronte a queste situazioni a voi non viene da dire una parolaccia?

Ecco la parolaccia nella Storia è sempre stata detta. È un modo di sfogarsi, di liberarsi, gridare al politico “maledetto te, i tuoi referendum, le tue leggi elettorali e il tuo non preoccuparti del popolo che soffre”.

Ecco oggi pomeriggio farò una mia arringa difensiva, cercherò di difendermi dalle accuse. Perché la parolaccia, se non se ne abusa, ha un suo valore e in fondo è il minore dei mali.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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