Vi parlo oggi del terzo dei tre driver di valore che indicheremo con la lettera ‘P’: si tratta del grado di appropriazione della conoscenza prodotta. Da un lato abbiamo la produzione di conoscenza, dall’altro l’appropriazione della conoscenza da parte dei fruitori.

Così cambia completamente la prospettiva della creazione del valore. L’impresa non crea valore distruggendo i concorrenti, ma creando il bene comune.
Io sostengo che questo aspetto cambi anche completamente la visione del mondo; se entriamo cioè in questa visione dell’economia, si ribalta il modello con cui tutti siamo stati allevati, cioè quello del combattimento contro la concorrenza.

Il valore viene creato invece attraverso la collaborazione tra imprese: sia clienti, sia fornitori.
La conoscenza diventa allora il motore cementato da una visione etica del mondo.

Capite quindi perché non partecipo ai dibattiti quotidiani, che servono solo ai politici per compiere il loro scopo di mantenersi incollati alla poltrona. Sto semplificando, ma è la realtà. Perché quell’ambiente l’ho vissuto.
Vi voglio parlare di una diversa visione dell’economia. Perché se non costringiamo la classe dirigente a parlare dell’unico vero tema rilevante, che è il cambio di paradigma socio-economico, restiamo fermi a un semplice dibattito elettorale che farà cambiare le allenanze in parlamento, ma non la vostra vita.
Questo sta accadendo nel ultimi decenni. Pensateci.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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