L’inizio sul terreno del Rigamonti è un po’ da incubo, Ibanez in testa, a livello di lucidità difensiva, per una Roma che si è presentata a Brescia con Mirante tra i pali e Kalinic terminale offensivo. Il Brescia, col trascorrere dei minuti, si mostra più disperato che famelico, quindi via via meno lucido. Lo dimostra il fatto che le occasioni per le Rondinelle sono in realtà rischi autoprodotti dalla Roma. Superata una prima parte troppo rocambolesca del primo tempo, i giallorossi nella seconda riempiono la metà campo bresciana: brillano occasioni, conclusioni su calcio piazzato e seguenti ad accelerazioni brillanti come quella di Carles Perez, con Bruno Peres, udite udite, principale fonte di gioco sulla dorsale destra. 

Parziale bilancio: la Roma doveva e soprattutto poteva tornare negli spogliatoi avendo già messo nel carniere il vantaggio, meritato per mole di gioco e conclusioni indirizzate verso la porta di Andrenacci. 

Tutto ciò che la Roma ha prodotto nella prima metà di gara, lo monetizza a ridosso dell’ora di gioco: il vantaggio di Fazio, il raddoppio di Kalinic sull’ennesimo lancio coi giri contati di Carles Perez – molto bene oggi -, poi il ritorno di Zaniolo: non tanto per il gol, quanto per come ha ritrovato la gamba. Impressionanti due sue percussioni, il suo ingresso è il vero e proprio colpo di grazia per un Brescia già quasi svanito dalla gara. 

A bilancio mettiamo, soprattutto, una maggiore brillantezza evidenziata dalla squadra di Paulo Fonseca, che sembra anche aver trovato una quasi definitiva quadratura del cerchio dal punto di vista tattico, prescindendo dagli interpreti che ha a disposizione. Questo potrebbe far pensare a una messa a punto atletica in vista della ripresa dell’Europa League. Nel frattempo, però, c’è una classifica di Serie A da rendere il più decorosa possibile. 

Paolo Marcacci