Ciao, da un esame del tuo account YouTube è emerso che non viola i nostri termini di servizio”. Con questo messaggio gelido, dall’aspetto preconfezionato, la piattaforma di condivisione dei video più seguita al mondo ci ha informato stamani, intorno alle 10.30, quello che abbiamo sempre saputo: Radio Radio è schierata dalla parte del bene.

E non eravamo gli unici a sostenerlo. Al nostro fianco centinaia di migliaia tra ascoltatori, cittadini e semplici amanti del libero pensiero non hanno fatto mancare il loro supporto. Alla fine il lato umano del web ha prevalso sulla componente computerizzata. Quella che in seguito al calcolo di un algoritmo etichetta i contenuti giusti e sbagliati.

Purtroppo, o per fortuna (questione di prospettive) non finisce qui. Adesso arriva il momento non solo dei ringraziamenti, ma anche della riflessione e del contrattacco. Cosa resta di questa vicenda? Quali crepe ha evidenziato? Ce le ha illustrate il direttore di Radio Radio Ilario Di Giovambattista in questo intervento.

Muro eretto a difesa della libera informazione

Vi ringraziamo molto perché avete eretto una barriera a difesa di Radio Radio che è straordinaria. Costringere in 24 ore YouTube a rimetterci online significa che il muro a protezione di Radio Radio è arrivato dall’altra parte dell’oceano. Tant’è vero che questa mattina intorno alle 10.30 ci è arrivata una mail che dice esattamente il contrario della precedente”.

Cosa resta?

“Rimane il gesto fatto da YouTube. Rimane la facilità con la quale ti fanno sparire. Rimane soprattutto l’onta di una calunnia alla quale YouTube ha creduto. Un danno all’immagine perché Radio Radio non ha mai mandato in onda filmati di bambini in posizioni strane. Radio Radio è a difesa dei bambini e dell’infanzia. Un’infamia che ha danneggiato l’immagine di Radio Radio per chi non ci conosce.

Da questa storia resta la digitalizzazione ossessiva che ci porterà grandissimi danni. La tecnologia è ovviamente straordinaria, ma va utilizzata per il bene, non per il male. Attenzione all’esclusione del rapporto umano: nel nostro caso bastava un funzionario di YouTube che fosse andato a vedersi i video per accorgersi dell’errore”.

A chi ci vuole male

Da questa vicenda emerge che qualcuno ci vuole molto male. Abbiamo saputo che ci sono arrivate contro 25 mila segnalazioni. A chi ci vuole male voglio dire di ascoltare anche pareri diversi. A voi odiatori dico: difendeteci, perché saremo i primi a difendervi”.

La più grande redazione del mondo

Radio Radio non sarà mai omologata a qualcosa o a qualcuno. Anche perché Radio Radio vive di idee e le fa camminare. Abbiamo dimostrato di prendere molto dalle idee degli ascoltatori. Non è un caso che definiamo Radio Radio la più grande redazione del mondo.

E nelle ultime 24 ore lo avete dimostrato. Siete scesi in campo a centinaia di migliaia. Grazie di cuore. Lo dobbiamo a voi se in 24 ore abbiamo risolto tutta questa problematica”.


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