“Siamo una RadioTelevisione italiana con concessioni e licenze pubbliche rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Autortà per le Garanzie delle Comunicazioni; le stesse Autorità pubbliche vigilano per legge sui contenuti da noi diffusi. Sul nostro canale YouTube pubblichiamo video estratti dalle trasmissioni in diretta delle nostre testate giornalistiche radiotelevisive e che, ovviamente, giammai hanno diffuso – né potrebbero farlo – contenuti che violano le vostre norme. Le vostre comunicazioni e l’oscuramento del canale sono pertanto fantasiose ovvero nella fattispecie palesemente calunniose; la censura subita si inquadra inoltre in abuso della vostra posizione dominante. Per quanto sopra vi diffidiamo: al ripristino immediato del canale; al ritiro di ogni calunnia verso i nostri riguardi; al risarcimento del danno cagionato. Seguiranno comunicazioni formali del nostro ufficio legale”.

Questa la nostra risposta a YouTube, nei limiti dei ristrettissimi 1000 caratteri concessi per difenderci e chiedere la riapertura del nostro canale Radio Radio Tv, con 190 mila iscritti e più di 2000 video al momento della chiusura.
Dopo il danno, c’è stata anche la beffa: l’accusa di pubblicare file video contenenti “minorenni in situazioni sessualmente allusive” non è solo un insulto alla nostra intelligenza, ma anche a tutti gli iscritti che abitualmente fruiscono della nostra piattaforma, testimoni della calunnia senza fondamento.
Perché agire in questo modo censorio e diffamatorio in modo univoco e senza possibilità di una reale replica?
Tutta la verità spiegata dal nostro editore Fabio Duranti.


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