Cambiare tutto per non cambiare nulla: sono in molti ad applicare questa logica tratta dal Gattopardo alla narrazione che viene fatta oggi del Mes. I più scettici sono convinti infatti che il Meccanismo Europeo di Stabilità sia sempre lo stesso, ma travestito da qualcos’altro.

Uno dei portavoce più fermi su questo pensiero è l’Onorevole Claudio Borghi, il quale ha spiegato in questa diretta Facebook come il trattato sia lo stesso che hanno conosciuto in Grecia a partire dal 2015.

Stiamo arrivando al dunque sul Mes. E lo si capisce dalla quantità di caz**te che vengono scritte sui giornali. Dopo mesi che si parla di Mes, un articolo che vedo oggi sul Corriere della Sera dice come verrebbero ripartiti tra le Regioni i fondi del Mes. E’ criminale.

Stanno ragionando come se fossero dei soldi a fondo perduto. Come se ci fosse un sacco pieno di soldi lasciato per strada: soltanto un pazzo non lo prenderebbe. Vederlo su quello che dovrebbe essere il principale quotidiano italiano è vergognoso.

Questo lo dico sia a Federico Fubini che a Daniele Manca e a tutti quei giornalisti che lo sanno benissimo ma hanno un ordine di scuderia. Fatto partire dall’enorme potere che ha sulla stampa il Partito Democratico. In totale spregio della sicurezza del Paese vogliono il Mes.

Se il Governo pensa che servano 36 miliardi fa un bello scostamento di bilancio. Dopo di che come lo si finanzia è un problema a parte. Supponiamo di finanziarlo con dei titoli di Stato emessi dal Tesoro e con tassi pari allo zero.

Vuole invece prendere il Mes? Succede che il credito del Mes diventa un credito privilegiato e passa davanti a tutti quei risparmiatori che hanno comprato il Btp Italia e compreranno il Btp Futura. Il Pd lo ha spiegato a chi comprerà questi titoli?

Tutta una serie di cose scritte nei trattati non sono state cambiate. Fra cui: il monitoraggio, gli ispettori che vengono a vedere cosa stai facendo, l’etero-direzione del Paese via Mes. A qualche cialtrone che si pulisce le orecchie con la parola democrazia può far piacere, a noi no.

A me interessa che chi sia eletto in Italia abbia la possibilità di governare. Che non arrivi il signor Dombrovskis ad ispezionare e a dirmi cosa devo fare”.