Nelle pandemie in generale, e in tutta la scienza in particolare, non esistono i mainstream. Non esistono le posizioni eretiche. Esistono le posizioni scientifiche e quelle si fanno sulle riviste scientifiche, non si fanno nelle interviste ai giornali o alle televisioni. Per cui se vogliamo fare delle previsioni sull’andamento di questa pandemia in fase 2 dobbiamo intanto capire che si tratta davvero di una pandemia secondo la definizione dell’OMS che è l’unica che conta in campo medico-globale.

Questa è senza dubbio una pandemia

5 milioni di contagiati, 300.000 morti in tutti i paesi del mondo: questa è senz’altro una pandemia. Poi va aggiunto a questo che quello che ha provocato per adesso da noi in Italia lo misurano gli istituti di statistica, non i singoli medici. Ma l’ISTAT, che è l’unica che lo può fare, ha visto che in rapporto agli ultimi cinque anni su base mensile mediata trimestralmente non nei dodici mesi ci sono in Italia circa 25.000 morti in più tra gennaio e marzo. Dunque anche di più di quelli che sono per Covid. Tanto è che l’ISTAT stesso dice che probabilmente a cercar bene se ne troverebbero altri.

Si intende che sono comprese in queste statistiche anche quelli che muoiono normalmente per altre cause, in media si intende, e anche quelli che muoiono per cause di patologie in ospedale. Dunque si tratta effettivamente di morti in più. Poco vale dire che magari alla fine dell’anno queste statistiche saranno omogenee perché sono morti prima quelli che sarebbero comunque morti. Perché parliamo di una base trimestrale e mensile, non di una base annuale, anche per la media.

Troppe voci non ufficiali sul Covid

Tutto questo poco sembra importare a chi vuole mantenere per forza posizioni fuori dal coro, però non giustificandole dal punto di vista scientifico che è l’unico che conta. Cioè a dire che se qualcuno ha un’idea, un medico per esempio, che questa pandemia finirà a giugno o a luglio, lo scriva. In base a quali dati e a quali metodi su una rivista scientifica che poi farà letteratura e tutti ci adegueremo perché è così che si fa in scienza.

Se qualcun altro dice questo virus morirà per il caldo, lo testimoni e lo scriva, perché è questa l’unica cosa da fare. Su riviste internazionali però, non sulle cosiddette riviste predatorie; quelle per cui pagando si può ottenere la pubblicazione di un articolo e non c’è nemmeno un comitato revisore.

E’ bizzarro vedere che molti di questi presunti outsider hanno curricula con un fattore di impatto inferiore a 10 e molti lavori pubblicati in queste riviste predatorie. Qualcuno di questi addirittura dice di essere stato candidato al Nobel per la medicina. Peccato che questa candidatura venga resa nota dall’Accademia di Svezia soltanto 50 anni dopo che è stata fatta. Dunque chissà quando sarebbe stata fatta.

Bisogna sgombrare il campo dalla paccottiglia e vedere quelli che sono i dati. I dati questo ci dicono. Intanto la gente si raduna e forse non tiene conto nemmeno più tanto delle misure di autoprotezione della distanza: questo non è un bene.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi


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