I DPCM varati dal Governo per rispondere alla imminente crisi economica che l’emergenza coronavirus ha messo in atto parlano di lavoratori riferendosi agli ormai famosi codici ATECO e questo ha fatto sì che fossero tante, troppe le zone grigie lasciate in sospeso. Categorie al limite che non vengono menzionate ma che non per questo non sono state anch’esse colpite dalla crisi.

Tra queste c’è il caso di quei lavoratori che di fatto sono stagionali, ma i cui contratti non presentano quei codici che secondo il Governo li indicherebbero come tali. A pagarne, letteralmente, spese e conseguenze sono le migliaia di famiglie che senza sussidi e senza ancora certezze di ripresa della stagione lavorativa non sanno come andare avanti.

Sulla questione è intervenuto Giuseppe Leotta, portavoce dei lavoratori stagionali del comprensorio Taormina – Giardini Naxos, in provincia di Messina, una delle mete estive più ambite della Regione Sicilia e per questo emblema di tutte quelle località turistiche gravemente colpite dalla crisi. Ecco cosa ha detto in questa intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Il dramma dei lavoratori stagionali fuori decreto ► “Non siamo codici, siamo persone!”

“Forse si è avuta la presunzione di ridurre un mondo estremamente complesso come quello degli stagionali del turismo a dei codici. Il dramma è stato che tantissimi lavoratori che effettivamente sono stagionali, ma il cui contratto presenta codici che non sono classificati come stagionali, sono rimasti fuori da qualsiasi forma di sussisio.

Immaginate il dramma di un padre di famiglia che vorrebbe tornare a lavorare e non può, che non ha alcuna forma di sostegno, e guardando ai propri figli si chiede in che modo riuscirà a sostentarli in questi difficili mesi. Qui nelle nostre zone il turismo è il motore economico fondamentale, specialmente nel nostro comprensorio Giardini Naxos – Taormina, che è uno dei poli più importanti della sicilia. Abbiamo migliaia di occupati in questo settore.

Ristorazione, NCC, pur non essendo classificati come esclusivamente stagionali vivono di flussi stagionali. Quindi il fatto che siano rimasti fuori da qualsiasi aiuto e da qualsiasi sussidio è un dramma sociale che è pronto ad esplodere”.


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