Nella scorsa pillola abbiamo parlato di un documento redatto nel 2004 dal National Intelligence Council, ossia il centro strategico della comunità di intelligence del Governo statunitense. Nel report veniva previsto che nel 2020 la globalizzazione sarebbe stata guidata dalla Cina e a fermarla sarebbe stata una pandemia.

Il documento di cui parleremo oggi, sempre tratto dalla mia inchiesta “31 coincidenze sul Coronavirus”, è agghiacciante e premonitore. Si tratta di un documento del 2010 della controversa Rockefeller Foundation, in cui vengono analizzati gli scenari di una futura pandemia. Questa volta, però, non al fine di fermare la Cina, ma per favorire l’accettazione da parte dei popoli di nuove tecnologie e strumenti di controllo.

In pratica, questo documento insieme a quello precedente, completano tutto quello che realmente stiamo vivendo oggi. In una parte del documento dal titolo “Scenario per lo sviluppo delle tecnologie” si legge: “La pandemia ipotizzata ha avuto un effetto mortale sulle economie. La mobilità internazionale di persone e merci ha subito un brusco arresto debilitando industrie come il turismo e spezzando le catene di approvvigionamento globali. Perfino a livello locale – si legge – negozi e uffici sono stati sospesi per mesi, privi di dipendenti e clienti”.

La politica iniziale degli Stati Uniti si è rivelata mortale nella sua clemenza accelerando la diffusione del virus”. Ma si legge anche che “poche nazioni hanno fatto meglio” parlando della Cina. Scrivono infatti: “La rapida imposizione del Governo cinese della quarantena per tutti i cittadini, nonché l’aver sigillato in maniera quasi ermetica tutti i confini, ha salvato milioni di vite fermando la diffusione del virus molto prima di quanto sia accaduto nelle altre nazioni”.

Leggendo questi scenari simulati nel 2010 si resta davvero senza parole. Ci troviamo di fronte al racconto preciso e particolareggiato di quanto è poi accaduto dieci anni dopo. Come potevano sapere?

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