Oggi analizziamo un documento ufficiale già trattato in passato, ma che alla luce della pandemia assume tutt’altra rilevanza. Si tratta di un documento redatto da quegli ambienti americani che avrebbero interesse a fermare la Cina, ma anche a disarcionare Trump per riprendere il controllo e mettere in campo politiche unilaterali più aggressive.

Il documento in questione si chiama “Rebuilding american defense” ed è stato redatto dall’organizzazione politico-militare americana “Project for a new american century“. È formata dai cosiddetti Neocon, quei potentissimi politici e vertici militari che sotto l’amministrazione Bush hanno fatto la guerra in Iraq e Afghanistan.

Il documento è del 2000, ma l’ideologia in esso espressa è oggi più attuale che mai. Si sta materializzando la minaccia per cui è nato: il bisogno di difendere a tutti i costi la leadership statunitense nel mondo. Loro scrivono che nel 2000 quel pericolo non c’era, ma si preparavano per il futuro. Il futuro è appena arrivato.

Cosa sono disposti a fare?

Ammettono che ci vorrebbe una nuova Pearl Harbor, ossia un nuovo evento distruttivo per l’America, che funga da evento catastrofico e catalizzante. Ora, Donald Trump ha definito in conferenza stampa il Coronavirus una nuova Pearl Harbor.

Con quali mezzi potrebbero ottenerla?

Sempre nel documento leggiamo che “forme avanzate di guerra biologica, che può colpire specifici genotipi, potrebbe trasformare la guerra biologica dal regno del terrore ad uno strumento politicamente utile“. In pratica le armi biologiche vengono viste come un possibile strumento da utilizzare se e quando la leadership americana sarebbe stata minacciata. Cosa che sta succedendo negli ultimi anni.

È indispensabile riflettere sulla possibilità che chi aveva interesse a fermare la Cina e a mettere in difficoltà Trump alla vigilia delle elezioni presidenziali, abbia potuto utilizzare questo virus per scopi politici.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo

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