Il padronato cosmopolitico e i suoi grigi tecnocrati di Bruxelles hanno già deciso da tempo: l’Italia dovrà accettare il MES e dunque porre la propria testa gloriosa nel cappio che ne sancirà la morte, essa non gloriosa.

Del resto gli stessi politici italiani, sempre più palesemente maggiordomi del grande capitale borderless, hanno dato da tempo la propria approvazione. Devono solo trovare la via giusta per far sì che il popolo accetti ciò che ad oggi gli è risultato indigesto.

Come si comporterà Conte?

Conte si è rivelato per quel che è: giallo e fucsia al tempo stesso, lo si è visto da come si è comportato nei giorni scorsi, cioè da vis-conte dimezzato.
Prima dice al Financial Times che il MES si sarebbe fatto, poi ha ritrattato dicendo he mai sarebbe accaduto e infine ha dato conto insieme al fido scudiero Gualtieri che l’Eurogruppo avrebbe approvato il MES, ma che sarebbe stato utilizzato dagli altri paesi e non dall’Italia.

Intanto l’Eurogruppo ha approvato la possibilità del MES. “L’Italia“, ha detto Conte, “utilizzerà gil eurobond”: giammai il MES.
E’ altresì evidente che la Germania, appoggiandosi all’Olanda, mai concederà all’Italia gli eurobond, lo hanno detto loro stessi: “L’Italia dovrà utilizzare il MES“, ha detto inequivocabilmente la nazione di frau Merkel.

E’ evidente che Conte – che non ha il coraggio e neppure l’intenzione di percorrere la sola via possibile, l’unica decorosa e degna soluzione per un popolo che fu glorioso come quello italiano, cioè l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea – proporrà gli eurobond, ma gli verranno respinti, e dovrà sommessamente accettare il MES: questa sarà la fine della Patria.

Come cambia la percezione mediatica del MES

Del resto il MES, fino a ieri inammissibile per tutti, già oggi nel dibattito pubblico figura come plausibile se non addirittura la miglior soluzione.
“Errore clamoroso non accettare il MES“, ha detto tra le righe Silvio Berlusconi, accompagnandosi al rotocalco turbomondialista di Repubblica.
Proprio nell’edizione odierna qui si legge un intervento ben visibile di Marcucci del PD, che asserisce essere sbagliato il “no” a prescindere al MES.

Le guarnigioni fucsia hanno poi visto all’azione Prodi sul medesimo argomento, che ha sostenuto che il meccanismo si possa anche accettare, e l’economista Marattin, il quale persuade i 5 Stelle del fatto che “il MES non è un mostro“.

In sostanza ciò che ora è inammissibile verrà fatto passare verso la dimensione dell’accettabile, finché quel che originariamente era inammissibile diventi inevitabile: questa è la strategia designata perché il MES alla fine venga approvato.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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