Allora, vi piace questa Unione Europea di stati che si odiano e stanno uno di fronte all’altro con ostilità pari a quella del secondo conflitto mondiale?

Questo e non altro è l’Unione Europea, una spietata guerra economica che ai carri armati e ai missili ha sostituito la troika e le leve del debito.
Cambiano i mezzi, certo, ma pressoché invariati restano gli effetti: violenza e morti, odio e aggressioni, povertà e diffidenza.

La Germania, del resto, ha già invaso la Grecia nel silenzio generale: “I greci se la sono cercata col loro debito“. Vi suona nuova quest’affermazione?
E i 700 bambini morti grazie all’austerità decretata da Bruxelles, li avrete mica rimossi?
Ce lo chiede l’Europa, ce lo chiede il mercato.

La violenza si predica in molti modi, incluso quello economico, e di questa violenza l’Unione Europea è campionessa ineguagliata, in molti l’hanno detto e v’è senz’altro del vero.
Due considerazioni:

  • L’Unione Europea non è unione fraterna dei popoli, come recita il rosario dell’europeisticamente corretto. L’Unione Europea è guerra economica, asimmetria finanziaria, lotta del debito. Per questo motivo nel momento della crisi non v’è solidarietà, anzi, vi è il militaresco tentativo di approfittare della situazione per potenziare se stessi trionfando sul cadavere del nemico in difficoltà.
    Così e non altrimenti si spiega l’atteggiamento ostile di Germania e Olanda. I tedeschi dall’inizio dell’emergenza hanno assunto il comportamento tipico del nemico di guerra: mascherine bloccate, poi sbloccate, proposta dell’usura del Mes e ora offese invereconde del Welt.
    Dov’è la solidarietà tra i popoli? Si vedono solo le mitragliatrici del debito.
  • L’Unione Europea è una nuova forma del Reich, che aspira a soggiogare le realtà nazionali come le buone o con le cattive.
    Del resto un capitalismo perfettamente compiuto sarebbe quello che funzionasse senza dover più ricorrere alla violenza militare. Gli basterebbe quella economica.

Pensateci dunque, quando dite superficialmente che la lotta oggi è tra cosmopolitismo buono e nazionalismo cattivo. La vera lotta è tra desiderio di indipendenza nazionale di chi si oppone all’imperialismo e dall’altra parte l’imperialismo di chi vuole dominare e sottomettere gli altri.

Il contesto è certamente mutato, ma consentitemi un piccolo cenno storiografico: Hitler, che sempre invocate come emblema del sovranismo nazionale, era in realtà un imperialista più che un sovranista.
Gli resistettero stati nazionali che al Reich si opposero.
Unione Europea a guida tedesca o stati nazionali? E’ questa l’alternativa.
E voi da che parte state?

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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