Inizia dunque tra una settimana la fase 2, così come la chiamano. Questo però non siamo sicurissimi che possa portare degli effetti certamente positivi. In che senso? Alcuni spostamenti che saranno previsti, per esempio tra regione e regione, potranno avvenire diversamente che in passato. Ma allora questo significa possibilità di spostarsi da zone di contagio a zone invece in cui il contagio non c’è, o perlomeno non è cominciato, e questo può provocare dei problemi.

È vero che il paese va riaperto, le attività debbono ripartire, questo lo capiamo tutti. Ma è pure vero che non deve ripartire invece l’epidemia perché altrimenti sarebbe stato inutile tutto quello che è stato fatto fino adesso. Dunque quando si parla di queste attività che riprenderanno in sicurezza bisognerebbe stare molto attenti.

Forse non è un’idea saggissima quella di ripartire tutti insieme: ecco questa è la mia considerazione. Cioè a dire che certe misure in Molise o in Lucania o forse anche per qualche verso in Sicilia, cioè in luoghi dove i contagi sono scarsissimi, forse anche nel Lazio, sono probabilmente esagerate. O comunque non c’è motivo che siano le stesse che vengono tenute ancora invece per la Lombardia dove i casi stanno addirittura crescendo, oppure per il Piemonte o anche in parte per la Liguria e per l’Emilia-Romagna in alcune provincie. Cioè, ripartire tutti insieme forse, anche se sarebbe sempre auspicabile, non è proprio la migliore delle idee in queste condizioni.

Forse dovevamo ripartire a macchia di leopardo, anche se è evidente che le regioni di cui parliamo, quelle più contagiate, sono anche quelle che producono la gran parte della ricchezza del nostro paese. Però è pure vero che hanno all’inizio obbligato tutti ad andare in una certa maniera e oggi li obbligano ad aspettarli oppure a fare la corsa per chi riparte prima e meglio. Non sono convintissimo che sia un’idea straordinaria quella del ripartire tutti insieme, di non aver fatto invece una differenza per regioni.

Questo lo vedremo. Aspettiamoci naturalmente che da un lato l’epidemia tenderà a concludere la sua curva, almeno per il momento, e dall’altro però ci potranno essere dei nuovi focolai che a questo punto andranno tenuti sotto controllo attraverso zone rosse rigide come quelle utilizzate all’inizio e, se dovesse esserci una recrudescenza nazionale, ritornare in condizioni di lockdown. Era quello che esattamente prevedevano gli scienziati e i ricercatori quando parlavano di quarantena yo-yo, pronta cioè a riscattare laddove ce ne fosse bisogno. Speriamo che questo bisogno non ci sia.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi