Stiamo creando un’Italia a due velocità: quelli che hanno il c*lo pagato che sono i parlamentari, l’INPS, gli organi pubblici che sono tranquilli e dicono alle imprese di indebitarsi per ripartire“, questa la sintesi dell’economista Valerio Malvezzi su ciò che sta accadendo sul fronte economico, con l’approvazione del Mes e al contempo l’improbabile accettazione dei coronabond da parte dei paesi del nord Europa.

Servono delle puntualizzazioni, secondo il Professore, e ciò alla luce degli appellativi infelici che la stampa tedesca ha rivolto alla nostra nazione e alla luce del fatto che non solo delle soluzioni ‘altre’ ci sono, ma sono anche indolori e più efficaci.

Con Francesco Vergovich e Fabio Duranti, ecco cosa è stato detto in diretta dal Prof. Valerio Malvezzi

Caro Conte, il Mes non ci serve. Ecco come salvare davvero l’Italia ► Valerio Malvezzi

“Loro violano le regole e i mafiosi siamo noi?”

Servono puntualizzazioni perché io come cittadino italiano non posso sentirmi dire da un giornale tedesco che sono diffidenti perché i miei soldi vanno alla mafia, in particolare per questi quattro punti:

  1. Noi abbiamo dato 81 miliardi di euro all’Unione Europea più i 57-58 del MES: fanno quasi 140 miliardi di euro. E noi che siamo creditori ci dobbiamo sentire trattati così?
  2. Sapete dove sono andati quei soldi per il 95%? Alle banche, guarda caso quelle tedesche e olandesi.
  3. Veniamo definiti come dei mafiosi, quando abbiamo un avanzo primario dal 1991: spendiamo di meno di quello che tassiamo da trent’anni, dopodiché i soldi vanno a interessi speculativi non dovuti di un sistema di banche private.
  4. Quello che la gente non sa si chiama Private Sector Involvement, cioè il coinvolgimento nel salvataggio degli investitori privati: chi sono questi investitori? Sono gli speculatori privati prevalentemente tedeschi e olandesi, i quali ci chiamano mafiosi ma le loro banche hanno incassato i soldi del salvataggio e noi abbiamo fatto fallire la Grecia, perché siamo i “corresponsabili”. La storia si ripete, perché adesso diventeremo noi la Grecia.

I tassi negativi di cui ha beneficiato a quel punto la Germania sono una conseguenza, i vantaggi dell’afflusso di capitale ai tedeschi sono stati di circa 100 miliardi, quando a noi ora negano di utilizzare i nostri soldi. In più loro hanno truccato le regole del gioco che non hanno rispettato, visto che hanno violato per decenni il 6% di surplus estero: violano le leggi, fanno operazioni di banditismo finanziario, speculano per tutto il mondo e noi siamo i mafiosi?
Non ho visto le scuse del Ministro degli Esteri. Di Maio non ha fatto qualcosa di ufficiale: voglio una lettera durissima da parte del Primo Ministro italiano in cui pretendiamo le scuse ufficiali dal Primo Ministro olandese o tedesco.

Veniamo a quelle che per me sono le cose irrinunciabili:

  • Banca d’Italia pubblica: condizione fondamentale per avere la sovranità monetaria.
  • Fare operazioni di stato-note, cioè interventi su monete non a debito, comprese le monete fiscali.
  • Andare contro la politica di privatizzazioni che invece ci porranno come condizioni ‘capestro’ sulla scia di quel che hanno fatto in Grecia, quindi la svendita del paese.
  • Pubblicizzazione dei settori strategici.

Cosa bisogna fare nell’immediato

  1. Un piano immediato da 30-40 miliardi o quanto serve per dare da mangiare alla gente. Come? Stampando moneta.
  2. Immediato piano di investimenti per l’espansione della spesa pubblica, che deve essere nazionale. Non possono intervenire le Regioni a sostenere o meno a macchia di leopardo. Ieri sera ero al telefono con un amico che è riuscito a far trasportare alla regione Puglia generi sanitari tramite degli aerei dalla Cina, lo ha fatto da cittadino privato. Informatevi e verificate.
  3. Intervento tramite titoli di Stato: c’è una Banca Centrale che è fatta per quello, acquistare titoli di stato.
  4. Operare coi minibot e le monete fiscali.

Si dovrebbe inoltre abolire il più rapidamente possibile l’articolo 123 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea), mettere una pietra tombale sul MES che con una Banca Centrale funzionante sarebbe inutile, abolire completamente i parametri di Maastricht e cambiare radicalmente l’impostazione di questa Unione Europea che si basa sull’egoismo. Io voglio un’Economia Umanistica, che si basa sulla solidarietà vera e sulla piena occupazione.
Con queste condizioni ha ancora senso stare in Europa, altrimenti visto ciò a cui stiamo assistendo Italexit è l’unica strada possibile per salvarci”.

“Hanno fatto la sola cosa che non dovevano fare”

Lo Stato ha fatto l’unica cosa che non doveva fare in questo momento, cioè mettere il cosiddetto ‘credito di firma’: hanno messo 5 miliardi, non 350. Quei 350 miliardi sono i debiti che voi imprenditori andrete a fare pagando gli interessi pieni alle banche con la garanzia dello Stato. Tra l’altro i 25mila euro sono palesemente studiati perché voi andiate a pagare con quei soldi le tasse allo stato: questa è una presa per il culo!

Il grande inganno in questo momento è confondere il credito di cassa con il credito di firma: il credito di cassa è quando arrivano delle monete sonanti nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Questo si può fare con i contributi a fondo perduto o con i contributi a fondo fiscale. Parlando dei primi, s tratta di quando arrivano soldi sul mio conto.
Scusate, nel 1992 Giuliano Amato ha prelevato dai conti di tutti gli italiani il 6 per mille e noi 28 anni dopo non riusciamo a dare un euro e ci mettiamo dei mesi con delle trafile burocratiche pazzesche, la corsa al dito e i siti INPS bloccati? Ci state prendendo per il cul*”.

Come aiutare davvero le imprese italiane

“Ci sono 5 misure classiche della finanza agevolata: la Leva n.3, che si chiama “leva fiscale” può essere usata una tantum, per esempio dicendo alle imprese “quest’estate non dovete pagare”. Uno Stato normale farebbe quello, ma propongo una cosa ancor più pratica: andare a compensare sull’F24 mensile, su tutti i versamenti che le imprese devono fare.

Con cosa le compensiamo? Con il credito d’imposta.

Al contrario nel conto di garanzia, ve lo dice uno che ha fatto il presidente dei confidi di Garanzia dello Stato, non esce un euro se non in condizioni di fallimento dell’azienda. E’ un gioco statistico, ma di fatto il principio è che lo Stato non mette un euro, i soldi li versano le banche e si dice alle imprese di indebitarsi per pagare le tasse allo stato”.


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