Chiunque osi sollevare dubbi rispetto alla versione ufficiale e alla narrazione egemonica del coronavirus viene subito ostracizzato, diffamato e silenziato con la categoria di ‘complottismo‘.

Nel lessico della neo-lingua liberista complottista è chiunque diverga rispetto alla narrazione dominante tesa a glorificare e a mantenere i rapporti di forza. Complottista, cioè, è chiunque osi pensare altrimenti rispetto all’inerziale verità prodotta dalla fabbrica del consenso.

Sarebbero allora complottisti Socrate, Marx e in generale la filosofia tutta, che cercano di analizzare le cose visibili come sguardo lanciato al di là delle cose visibili.

Paradossalmente in questi giorni viene silenziato e diffamato non chi in maniera stolta non abbia mai dubbi e cadavericamente si adegui alla versione ufficiale, viene diffamato come complottista chiunque socraticamente sollevi alcuni dubbi.

Si celebra il pensiero critico solo all’apparenza dunque, poi in concreto chiunque effettivamente sollevi perplessità viene diffamato.

Al cospetto di un incendio chi sollevasse il dubbio circa la possibile natura dolosa non sarebbe silenziato come complottista, specie se costui portasse delle prove a sostegno, mostrasse i moventi possibili. Perché non fare allora lo stesso discorso per chi oggi solleva dubbi intorno alla narrazione ufficiale del coronavirus?

Perché dileggiare come complottista chi osi mostrare come nel rapporto di forza realmente dato questo virus svolga una parte importante possibilmente come arma di distruzione di una potenza emergente come la Cina?

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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