Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi

Da trent’anni ormai ci raccontano tutti i giorni che bisogna ridurre gli sprechi, tagliare la spesa pubblica, la sanità, la scuola, l’università, ridurre gli sprechi ecc…
E i pecoroni la ripetono perché finora avremmo “vissuto al di sopra delle nostre possibilità“. Benissimo: i bilanci sono migliorati? No.
I bilanci dello Stato sono peggiorati.

Non viene allora in mente che questa tesi è palesemente sbagliata?
Già perché con l’entrata dell’euro la nostra domanda effettiva è stata distrutta e, come insegna il moltiplicatore Keynesiano, la situazione deve essere risanata con gli investimenti e con la liquidità.

Questa politica invece di mettere in atto queste due operazioni preferisce invece creare morte, distruzione, suicidi e povertà.
Serve insomma fare l’opposto di quello che ci hanno raccontato.

Non tagliare la spesa pubblica, ma alzarla.
Perché? Innanzitutto perché si aumenterebbe la domanda effettiva, quindi aumentano gli investimenti del pubblico che si portano dietro quelli del privato; aumenta poi la produzione delle fabbriche e quindi aumentano gli occupati, aumentano i salari e quindi le spese di consumo e infine aumenta la domanda effettiva.

Ma se queste cose si sanno… Perché non si sanno?
Semplice, perché un progetto chiamato euro è stato fatto perché ci fossero pochissimi ricchi e moltissimi poveri.
Si chiama “economia capitalistica”, ovvero l’esatto opposto dell’Economia Umanistica.


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