Circa 400 tamponi in Francia, più di 3500 nella sola Lombardia: è il quadro questo di una situazione di chiara difficoltà da parte della nostra nazione nel fermare la pandemia che al nord genera paura e talvolta psicosi.
Il coronavirus tiene sotto scacco l’Italia e nelle regioni interessate si iniziano a sviluppare i primi metodi per evitare la paralisi sia delle strutture mediche che di quelle lavorative.
A ‘Lavori in Corso’ abbiamo chiesto all’infettivologo Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive III dell’Ospedale Sacco di Milano quale possa essere l’origine dell’epidemia italiana e se effettivamente ci sia stato un epicentro dal quale è partito tutto.
Guardate cosa ha risposto.

“Coronavirus, tutto potrebbe essere accaduto prima della chiusura dei voli” ► Massimo Galli

L’allarmismo è un elemento di negatività che porta le persone ad atteggiamenti come quelli che abbiamo visto nell’assalto ai supermercati.
Oggettivamente la situazione merita attenzione, su questo non credo ci siano dubbi.

Non so quanto velocemente il contagio si sia sparso, una mia ipotesi che vedremo se verrà con fermata o meno è che abbia serpeggiato un bel po’ nelle zone interessate, forse 15-20 giorni. C’è stato bisogno di tempo perché venissero a galla i primi casi gravi e questa è stata la manifestazione della circolazione del virus a partire da un periodo immediatamente precedente di qualche giorno o di un paio di settimane.

Paziente ‘0’ italiano? Temo che sia stato infettato qualcuno che chi mi ha preceduto poteva descrivere come una persona che credeva di avere poco più di un raffreddore e che invece è stato il motore iniziale della diffusione del virus in quell’area.

Io sono sempre più del parere che tutto questo sia accaduto a partire da un evento addirittura precedente la chiusura dei voli.

Sottolineiamo che questo aumento dei casi non è frutto del dilagare terribile della malattia in queste ore, quanto il frutto della ricerca epidemiologica sui contatti delle persone che mano mano sono risultate positive, una altre parole stiamo registrando quel che è già accaduto nelle scorse settimane e non stiamo apprezzando un incremento dei casi che significa automaticamente un incremento giornaliero degli stessi.

La differenza tra i casi di ieri e i casi di oggi è che non parliamo dei casi che sono avvenuti nelle ultime 24 ore, ma si tratta di quelli che siamo andati a cercare indietro, questo è importante che si sappia“.


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