Tra i più operosi e ferventi propalatori della catechesi globalista figura senz’altro Gad Lerner: le sue battaglie sono immancabilmente le stesse dei padroni del mondialismo, ai quali egli fornisce da tempo quadri ideologici di sostegno.

Mi invitò difatti a una sua trasmissione denominata “La teoria della razza”, con l’intento di tirare in ballo la categoria dell’antisemitismo, chiedendomi di George Soros.
L’obiettivo di Lerner era proscrivere la mia posizione, impedendole di esprimersi perché bollata, appunto, di antisemitismo.

La pacatezza non bastò per far capire a Lerner che criticavo Soros non certo in quanto ebreo, ma in quanto speculatore finanziario. Per lo stesso motivo sono solito celebrare Marx in quanto lucido filosofo hegeliano, e non in quanto ebreo.
La categoria dell’essere ebreo, musulmano o cristiano mi è del tutto indifferente.

Gad Lerner, che farebbe bene a rileggersi “Sulla questione ebraica” di Karl Marx delegittimò la mia critica mediante la ridicola accusa dell’antisemitismo.

In conclusione del 2019 l’aedo del globalismo e dello sradicamento dei popoli ci ha deliziato con una serenata, una serenata in onore della deterritorializzazione e della centrifugazione postmoderna dell’identità.
Gad Lerner ha infatti scritto che a Milano, su ben 1.404.000 abitanti, 281.400 residenti provengono dall’estero e che, “guarda caso Milano è la città più tranquilla e dinamica d’Italia“.

Ora non so di quali dati si avvalga Lerner, ma soprattutto mi pare che egli cada ancora una volta nella popolosa sfera del non sequitur.
Instaura infatti un nesso di causalità diretta tra l’arrivo degli stranieri e il fatto che Milano sia una città tranquilla.
Che prima dell’arrivo degli stranieri Milano fosse una città di barbari?

Strana teoria, mera ideologia direbbe il buon Marx. Ancora una volta Gad Lerner non ha perso l’occasione di schierarsi dalla parte dei padroni.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro

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