…qui si parrà la tua nobilitate – Dante, Inferno, Canto II

Da chi è speciale ci si aspetta sempre che lo dimostri, come se fosse normale. Il calcio non fa eccezione, riguardo a questo discorso; anzi, è una delle rappresentazioni migliori in merito.

Ecco perché, pur essendo tutti a conoscenza dei suoi anagrafici vent’anni, da Zaniolo si aspettano, anzi ci aspettiamo sempre reazioni e comportamenti da trentenne (calcisticamente parlando, perché i trentenni in senso lato non sono esattamente il prototipo degli individui maturi, oggi).

Nei comportamenti, a livello disciplinare, prima ancora che nelle prestazioni. Per quanto riguarda questo ultimo aspetto, bisogna sempre ricordarsi che da quelli “speciali”, o percepiti come tali, ci si aspetterà sempre che si comportino come tali.

Quella che per un altro giocatore sarebbe una prestazione normale, quindi valutabile con una piena sufficienza, nel caso di Zaniolo rischia sempre di diventare una prestazione sottotono, perché il giudizio nel suo caso è sempre viziato da un pregiudizio, che anche se positivo, sempre pregiudizio rimane.

Così come rischia di essere già diventata pregiudizievole la condotta arbitrale a ogni suo primo fallo: che lui debba limitare la sua irruenza in alcune entrate è indubbio; lo è altrettanto che i direttori di gara debbano rapportarsi a lui con maggiore serenità di giudizio.

Detto ciò, gli eventi sul fronte degli infortuni ripropongono, sin dal tardo pomeriggio di oggi, la sistematicità del suo utilizzo: fuori Pellegrini e Mkhitaryan, con una tranche di calendario italiano ed europeo densissima di date, ora non gli si chiede soltanto di tirare la carretta il più possibile in chiave agonistica; gli si domanda anche uno scatto in avanti per quanto riguarda l’incidenza sulle gare dal punto di vista della “lideranza”. Parola che non suona benissimo, dote che fa più differenza, alla lunga, di un bagaglio tecnico donato alla nascita dal dio del pallone.

Detto ciò, ricordiamoci anche che, se è vero come diciamo spesso che lui ha ancora straordinari margini di crescita, in prospettiva, è consequenziale allora il fatto che non possa evidenziarli tutto assieme.

Gli è già stato chiesto di crescere (troppo) in fretta; in parte lo ha già fatto. 

Paolo Marcacci


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