La Juventus poteva stravincere. Ha vinto. Ha rischiato di pareggiare. Il football, come dimostrtato già in Lazio Atalanta, non ha nulla di definitivo nei suoi novanta minuti e 3 passa.

Dunque la squadra di Sarri ha giocato come una macchina di guerra ma nel finale è tornata Allegriana, presa dalla paura, dall’affanno, graziata da una traversa, dalla parata di Buffon e dalla decisione di Irrati di non concedere un rigore in favore del Bologna per un tocco di gomito (il nuovo regolamento è una chiavica).

Eppure per ottanta minuti la Juventus ha dominato, ha segnato due gol, ha sfiorato altre realizzazioni, si è specchiata in alcuni atteggiamenti accademici, smarrita in Bernardeschi e nel lento pede Rabiot, mentre il Bologna di Sinisa che ha seguito a bordo campo la partita per poi fuggire, furente nello spogliatoio, dopo la decisione finale dell’arbitro, il Bologna dicevo ha giocato un football pulito, ovviamente alle prese con il football massiccio ma anche molto lento, nella prima frazione, dei bianconeri.

Contano i punti e la Juventus ne aggiunge altri tre. Le partite dopo gli impegni delle nazionali sono sempre una trappola e così è stato per il gruppo di Sarri, a tratti superbo e a tratti indisponente. Ronaldo ha segnato il suo gol 701 e altro ha fatto per la squadra, con Higuain in ottima condizione. In mezzo al campo soltanto Pjanic il resto, come detto, poca, pochissima roba. In difesa super Buffon nella parata, unica, finale su Santander, male De Ligt che viene preso dall’istinto e per poco non inguaia la squadra con quel gomito.

Tony Damascelli


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