Vincent Candela e Fabio Capello, due simboli della Roma dello scudetto e due idoli dei tifosi giallorossi. Abbiamo parlato con loro delle preferenze culinarie, dei piaceri del cibo e del vino, della Roma del 2001 e dei suoi segreti.

Ecco l’intervista a Capello e Candela nella puntata di Foodsport con Ilario Di Giovambattista, Enrico Camelio, Stefano Agresti e Francesco Di Giovambattista. In collegamento anche Gianni Mura e Roberto Perrone.

Mister, da allenatore dava indicazioni alimentari ferree?

Capello:
“No, auspicavo mangiassero bene, senza esagerare. I giocatori li pesavo per vedere se erano grassi o magri”.

E Candela?

Capello:
“Era un po’ grassottello qualche volta, lo richiamavo… lui e Cassano”.

Vincent come era il mister a tavola?

Candela:
“Ci pesava tutti i giorni, però ci dava anche grande fiducia. Sapeva che avevamo tutti lo stesso obiettivo, che eravamo a Roma per vincere. Capiva il giocatore, per me è stato il miglior allenatore, mi ha dato tanto anche a livello umano”.

In Inghilterra hanno delle regole particolari sull’alimentazione?

Capello:
“La Nazionale è un mondo diverso, ci stai 9-10 giorni e cerchi di farli mangiare in maniera giusta. Senza che abbiano problemi e con poco alcool (sono abituati a bere un po’ di più)”.

Vino preferito?

Capello:
“Tra i bianchi sono per la Ribolla Gialla, tra i rossi per il Barbaresco. Poi una cosa che mi piace sono le bollicine italiane come il Franciacorta”.

Candela:
“L’importante è la compagnia, a me piacciono quelli corposi come un buon toscano o un amarone”.

Mister, lei ha avuto esperienze da allenatore anche in Cina, che dice della cucina?

Capello:
“In Cina andavamo a mangiare in ristoranti Italiani, ma quando Suning ci invitava a cena mangiavamo cinese ed era ad un livello straordinario. Il cinese preparato da gente esperta è ottimo”.

Un piatto romano e uno piemontese preferito?

Capello:
“La carbonara da Pommidoro a Roma, a Torino la carne cruda a carpaccio”.

VIDEO – CAPELLO E CANDELA SI RACCONTANO

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