Tutti si ricordano Nerone, pazzo, che suona uno strumento mentre Roma brucia.
Eppure per certi aspetti egli fece meglio di Draghi.
In un precedente video ho spiegato come la parola “solidus” e la parola “solidarius”, ovvero “soldato”, abbiano una radice comune con quella moneta sonante che serviva per pagare il legionario.

Ma c’è un signore, appunto Nerone, che i sesterzi li regalò al popolo, donando di fatto la moneta ai più poveri, mentre gli aurei erano il conio che potevano detenere soltanto i più ricchi.

Nerone difatti fa qualcosa di meglio di Draghi, perché il secondo ha soltanto regalato monete alle banche per comprare titoli di stato e nulla è arrivato al sistema reale in termini di sostegno alle famiglie e alle imprese. E’ stata un’operazione che ha riguardato solamente la banca centrale e le banche private, fondamentalmente per ridistribuire il peso del debito pubblico all’interno dell’Eurozona.
Sono poi state fatte altre manovre utili solo apparentemente alle imprese.

Sostanzialmente è sempre il sovrano che ha il controllo della moneta, al punto che alla caduta dell’Impero Romano in Gallia c’erano ormai migliaia di persone che coniavano monete, e sarà soltanto con Carlo Magno che la moneta tornerà ad essere sotto il controllo dello Stato.

Bisogna studiare la storia per capire quanto la moneta abbia fatto grandi i popoli, e quanto la perdita della moneta li abbia distrutti. E’ importante ricordarlo, perché siamo in un’epoca di distruzione della moneta: non abbiamo più una moneta statale, ma sempre più una moneta privata.

Malvezzi Quotidiani, come comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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