Nell’ambito dell’operazione, denominata “The Last Banner”, la Digos di Torino ha eseguito 12 misure cautelari nei confronti dei capi e dei principali referenti dei “Drughi”, di “Tradizione-Antichi Valori”, dei “Viking”, del “Nucleo 1985” e di “Quelli … di via Filadelfia”.

I principali esponenti della tifoseria organizzata sono indagati a vario titolo per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

A parlarne ai nostri microfoni Carlo Ambra, capo della DIGOS di Torino che ha condotto le indagini che hanno portato all’arresto di 12 persone.

“Oggi abbiamo fatto una grandissima operazione, unica nel suo genere nel contrasto alla delinquenza sportiva. Siamo riusciti dopo 15 mesi di indagini e 225.000 telefonate intercettate a realizzare il panorama criminale nella curva degli ultras della Juve. Abbiamo delineato con precisione la strategia estorsiva nei confronti della Juventus, parte lesa della vicenda.

In questa operazione abbiamo sequestrato tutti gli striscioni identificativi dei gruppi ultras, abbiamo tolto la loro storia e la loro identità. Abbiamo chiuso i gruppi, non possono più entrare negli stadi, non possono più esporre striscioni. Abbiamo messo un punto”.


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