Mentre, in prossimità della crisi di governo, il segretario dei dem, Nicola Zingaretti, richiama all’unità del partito, dall’altra parte Matteo Renzi lancia la proposta del governo istituzionale. “Il governo istituzionale è la risposta a chi vuole pieni poteri per orbanizzare l’Italia. Avanti” ha scritto l’ex premier, che punta a mettere insieme Pd e M5S per contrastare Salvini e la sua intenzione di andare al voto anticipato.

Che la formazione di una nuova maggioranza sia dietro l’angolo?

Ha espresso il proprio punto di vista su quest’aspetto il direttore del “Globalist”, Gianni Cipriani.

Per formare una maggioranza non ci sarebbe bisogno di un Pd unito e di un M5S che avesse, insomma, le idee più nette e chiare, mentre ancora siamo nella fase ancora interlocutoria, anche sulla formula. Perché in un governo istituzionale, si fa fatica a pensare che possa essere un governo con una maggioranza risicata, con il 51, 52% e che, a quel punto, non sarebbe un governo istituzionale” ha osservato il giornalista durante la diretta di “Lavori in corso”.

“E’ tutto ancora un gioco delle tre carte, perché la situazione è molto complicata. Direi che il ragionamento che ha fatto Zingaretti, senza entrare nel merito, ha un fondamento, perché tutti sappiamo che incombe, sul Paese, una manovra economica lacrime e sangue. I famosi 23 miliardi da trovare per scongiurare l’aumento dell’Iva nessuno li ha trovati” ha sottolineato Cipriani, aggiungendo “Non si capisce da dove potrebbero uscire fuori questi soldi. E Zingaretti dice ‘le promesse piacciono, poi quando qualcuno che torna alla realtà deve dire che, per pagare i conti, bisogna fare uno sforzo tutti insieme, scatta l’impopolarità. E quindi, chi ha creato questo disagio economico non ne paga le conseguenze“.