Molti ci hanno raccontato, sommariamente perché avvolta comunque nell’ambito privato, la partita della Juve vista da Maurizio Sarri. Non ci hanno però detto cosa ha ha detto o pensato Sarri, guardando l’altra partita della sua Juve: quella del Napoli a Firenze.

Già, perché – parliamoci chiaro – al rigore di Mertens molti hanno pensato al danno subìto dalla Fiorentina ma molti altri hanno pensato alla sfida parallela con i Campioni d’Italia.

Quando si sbaglia così grossolanamente i danni sono diretti e indiretti: ci rimette la squadra avversaria ma anche quelli che lottano per un obiettivo simile. In questo caso la Juve, appunto, e diremmo l’Inter di Conte.

E’ vero che gli errori non possono essere cancellati del tutto, e infatti non c’entra il Napoli che in passato di torti ne ha subìti eccome, ma è anche vero che è incredibile come gli assistenti al Var corrano giustamente in soccorso dell’arbitro per un fuorigioco millimetrico ma non se la sentano di contraddirlo o non possano contraddirlo di fronte a uno sbaglio evidente, che tutti poi saranno pronti a sottolineare.

Insomma, tra i vari cambiamenti al protocollo, Nicchi e Rizzoli inseriscano anche la posizione forte del Var che può e deve indurre l’arbitro a rivedere l’azione alla moviola. Se poi, neppure di fronte alle immagini deciderà di correggersi, vorrà dire che si prenderà tutte le responsabilità del caso. Perché altrimenti in molti si chiederanno a cosa serve questo strumento, che pure va difeso. Anche di fronte a quelli che, presuntuosamente, sono convinti di poter giudicare in una frazione di secondo quello che invece può essere vivisezionato mandando avanti e indietro le immagini.

Ne va della regolarità delle partite e della tranquillità di un campionato che – sul fronte delle polemiche – è già partito male.

Alessandro Vocalelli


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